La promessa d’amore

Or distesa ti scorgo

addormentata s’una lastra

di pietra nel roseto

 

di cui ogni purpureo pegno

che hai aggiunto

è il tempo trascorso

fino al mio ritorno

 

e da questo che tieni in mano,

foriero dal soporifero incanto,

vengo sedotto e attratto

 

geloso del me altro,

in seno al tuo capo,

che, sussurrando,

hai nominato

 

e mi carpisce l’animo

quando mi giunge all’olfatto

il corpo mio stramazzando

di colpo al tuo fianco

 

mentre prendo l’onirico posto

di lui che, nel mio, si ridesta e compiace

ma che ben presto confessa

le sue disgrazie

 

quando vede disfatte

le caste sagome

del tuo transuente sembiante

per cui s’adempie la promessa floreale

 

con la sua spada

che trapassa e profonde

la nostra ierogamica commistione

di lacrime e sangue

 

sul funereo

bocciolo d’amore

così reso – immortale!

Facevo il quinto superiore quando mi ritrovai, con sorpresa, a scrivere la mia prima poesia che ,con quei versi, entrò in punta di piedi nella mia vita per poi diventarne, a poco a poco, un aspetto d'assoluta indigenza. Qual è il motivo per cui scrivo? Ebbene, scrivo per ritornare a Casa con la speranza che, nel farlo, possa portarci anche te che ora stai leggendo...

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