Tutto e nulla
Piango. Verso continue lacrime simili a quelle di una ragazzina fuggita da casa, quando in realtà è stata proprio la casa a fuggirmi via, a lacerarmi le interiora, a far implodere la mia anima, a far esplodere la mia vita.
Piango. Verso continue lacrime simili a quelle di una ragazzina fuggita da casa, quando in realtà è stata proprio la casa a fuggirmi via, a lacerarmi le interiora, a far implodere la mia anima, a far esplodere la mia vita.
Cercare di vivere una vita normale in una vita che di normale non ha niente. Cercare di fare la cosa giusta in una vita prettamente ingiusta. Questo è il mio vivere che poi è meramente un sopravvivere.
E se fosse ateo persino Dio? Se sue fossero le subliminali insicurezze d’ogni pezzo di globo? Se fossimo nati integri di una fragilità divina? Se fossimo vittime al pari di Dio e non per errata corrige sua o nostra?
L’arpa suona per l’erudita gendarme. L’arpa suona e tuona più dell’arme del mite gendarme. L’arpa accarezza e subito dopo spezza. Il gendarme è la vittima di ciò che più ama e al contempo disprezza.
“Sono rinchiusa tra quattro mura. Lo spazio è strenuo e stretto, angusto ed angustiante. Ho pochi metri a mia disposizione.
Lamezia Terme – Sabato 16 e Domenica 17 Settembre, presso l’Agriturismo Trigna, si svolgerà uno stage di canto e recitazione di Vittorio Matteucci. Lo stage, che segue quelli di Graziano Galatone, Giò Di Tonno e Matteo Setti, tra l’Umbria, la Liguria, la Puglia e la Campania, farà da apripista ad altri appuntamenti che interesseranno tutta …
Lamezia Terme – Martedì 30 maggio, alle ore 17.30, presso la Sala affrescata “Giuseppe Perri” della Biblioteca Comunale di Palazzo Nicotera-Severisio, la lametina Simona Barba Castagnaro presenterà la sua seconda silloge poetica dal titolo Annerita di condensa (Eretica Edizioni). L’evento è parte dell’ampio cartellone de Il Maggio dei Libri, rassegna che ha avuto inizio lo scorso …
Leggi tutto “Presentazione “Annerita di condensa” di Simona Barba Castagnaro”
Sto come chi ha il corpo piantato al suolo, ma l’anima vagante tra i crateri della luna. Sto come chi ha perso tutto e rovista tra i rifiuti del niente.
Non siamo tanto lontani noi due, io e te. L’ho imparato tardi. L’ho capito solo crescendo. Eppure l’ho appreso finalmente ed ora nulla è grande quanto te.
Mi ferisco di un’orrifica crepa e ci infilo una mano che, come risucchiata da un buco nero immane, si smarrisce nei meandri di una dimensione a sé stante.