Ho visto il futuro, e il suo nome è ancora Bruce Springsteen

Casa. Stanchezza. Felicità. Le solite sensazioni che mi dà un concerto di Bruce.
Questo è il quarto, e la fatidica domanda “Ma perchè vai a rivederlo?”, la risposta è sempre la stessa: ogni volta è diversa, ogni santa volta ti trasmette sensazioni uniche, perchè tu ti trovi in una situazione diversa, hai fatto tanti passi per arrivare di nuovo all’incontro con quel vecchio ragazzo.. che ogni volta ti sorprende, e ti lascia senza fiato.
Allora, pronti?
Via, e ti parte con New York city serenade. La mia preferita, la canzone che personalmente ritengo la più bella che abbia mai sentito in vita mia.
Bruce ha la voce sofferta, ma non è mancanza di qualità, no; è come se volesse dirci:”Questo mondo sta andando a rotoli, ma noi dobbiamo lottare, ridere, e andare avanti”. E allora ti guardi intorno, e vedi che 70000 persone, nonostante il terrorismo, la follia e l’orrore, sono qui per ridere, ballare e stare assieme.
La capacità di creare comunità di Bruce non si perde mai, anzi raddoppia ogni volta. Potrebbe sedersi, e fare le cose svogliatamente; ma la sua grandezza sta proprio nel rifiutare questa modalità di approccio tipica di molte vecchie glorie. Sa di contare qualcosa per tante persone, e tutto il concerto lo dimostra.
Ha la visione chiare del passato, Bruce, ma anche del futuro; è sempre lui il futuro del rock, a 66 anni suonati.
Ed ecco, il concerto.
01. NEW YORK CITY SERENADE (with strings)
02. Badlands
03. SUMMERTIME BLUES (sign request)
04. The Ties That Bind
05. Sherry Darling
06. Jackson Cage
07. Two Hearts
08. Independence Day
09. Hungry Heart
10. Out In The Street
11. Boom Boom (sign request)
12. Detroit Medley (request)
13. You Can Look (But You Better Not Touch)
14. Death To My Hometown
15. THE GHOST OF TOM JOAD (solo acoustic – request)
16. The River
17. Point Blank
18. The Promised Land
19. Working On The Highway
20. Darlington County
21. Bobby Jean
22. Tougher Than The Rest
23. Drive All Night
24. Because The Night
25. The Rising
26. Land Of Hope And Dreams
encore
27. Jungleland
28. Born In The U.S.A.
29. Born To Run
30. Ramrod
31. Dancing In The Dark
32. Tenth Avenue Freeze-Out
33. Shout
34. Thunder Road (solo acoustic)

Una meraviglia. Ogni pezzo fatto con un’energia incredibile, tra l’entusiasta e l’addolorato. Ti trascina, e a Tom Joad le lacrime scorrono, perchè sai che quando Bruce fa questo capolavoro, non lo fa mai a caso:ha sempre un significato, esprime la consapevolezza che come Tom Joad lui e noi dobbiamo metterci in cammino, verso un futuro difficile ma non impossibile.
E mentre, sulle note di Tenth Avenue Freeze-out scorrono le immagini dei compianti Clarence Clemons e Danny Federici, e le lacrime non possono fare a meno di scendere, comprendi come i morti siano sempre con noi. Basta ricordare i loro nomi e i loro volti. Bruce ti dà forza anche in questo.
Il concerto finisce, ma sai che non è un addio, perchè, finchè avrà fiato, Bruce sarà sempre lì ad attenderti.
Verso il futuro e una vita verso una difficile ma non impossibile Promised Land.
Grazie Bruce, e a presto.

Di Pesaro. Ho trentaquattro anni, vivo e scrivo da precario in un mondo totalmente precario, alla ricerca di una casa dell’anima – che credo di aver trovato – e scrivo soprattutto di fantasy e avventura. Ho sempre l’animo da Don Chisciotte e lo conserverò sempre!

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