Danza, musica, teatro, incontri di studio, workshop e laboratori per la XXIV edizione del festival Crisalide – Il sole imprigionato, in programma dal 1° al 10 settembre e dal 2 al 5 novembre a Forlì, ideato e diretto dalla compagnia Masque Teatro. Un appuntamento dedicato alla ricerca e all’esperienza di nuovi linguaggi performativi che si terrà nel Teatro Felix Guattari, ricavato nell’ottocentesca Filanda Maiani, insieme ad altri luoghi significativi della città romagnola e del territorio, come la Fabbrica delle Candele e il Punto Donna.
Meytal Blanaru, Aurora
“Quanto di ciò che sono appartiene al mio essere o alla educazione che mi ha forgiato?”
Dalla materia sonora indagata da Kafka e La Monte Young all’(in)esprimibiltà dell’irrazionale, passando per una performance musicale di 24 ore e la filosofia della natura, il programma si presenta denso di spunti e propone numerose occasioni di dialogo con artisti e intellettuali della scena nazionale e internazionale.
Link al programma completo
http://www.crisalidefestival.eu/17.php
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Il sole imprigionato è il titolo dell’ultimo capitolo del libro dedicato da Michel Foucault a Raymond Roussel. Le parole di Foucault serrano in modo preciso la consistenza di questa immagine. Non è difficile scorgere nel giovane Roussel intento a scrivere la sua prima opera, “La Doublure”, chiuso nella sua cameretta con le serrande socchiuse per non far uscir i raggi che sentiva promanare dal suo corpo, la figura di tutti coloro che nel buio e nella solitudine, cercano di aprirsi un varco verso una nuova via. Improvvisamente è come se tutto fosse radioso, la realtà si piega sotto la pienezza di un ardore che solo raramente abbiamo la fortuna di vivere e che sempre in ogni scena della nostra vita rincorriamo. Così è per noi.
Così è stato per Roussel.
Lorenzo Bazzocchi, Masque Teatro
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La foto in evidenza è di Enrico Fedrigoli, Just Intonation – Masque teatro
Archeologa. Bibliofila. Abibliofoba. Lettrice vorace, scrive fin da quando è in grado di farlo, ma declina puntualmente la responsabilità di spiegare i contenuti, con l'elegante pretesto che "la penna ne sa di più di chi scrive".