Ricorderemo insieme
Alla luce del tramonto
Le prime stelle
Dove sognavamo
La realtà infrangersi tra le onde
Ricorderemo tutte le volte
Che ci davamo la mano
Nel dono di noi stessi
Animati solo dalla gioia
Di quelle onde
Ricorderemo anche i nostri sogni
Spezzati come lampi dal temporale
Polverizzati come boschi
da un’estate immateriale
Andremo col pensiero indietro nel tempo
In un’epoca in cui non siamo mai vissuti
Che ci appare troppo bella da dimenticare
Sogneremo ad occhi aperti
Quegli amori mai iniziati
E cercheremo di farci meno male (questa volta)
Con un soffio di leggerezza in più
Che forse mancava
Coartati dai nostri stessi sogni
Le estati sono così brevi
Che a volte iniziano già finite
Le estati sono estati
Ma tu stringiti
Nel mio cerchio fatato
Dove l’inverno se siamo insieme
Non potrà mai
arrivare
Il poeta non è altro che un canale, un medium per l'infinito, che si annulla per fare posto a forze che gli sono immensamente superiori e, per certi versi, persino estranee. D'altra parte chi sono io di fronte al tutto, ma al contempo, cosa sarebbe il tutto senza di me?