Cara mamma,
in giornate come queste il tempo pare anestetizzarsi, come le mie emozioni. Non volere niente. Niente che non sia silenzio, solitudine, assenza di perché.
La notte però è diverso. È sempre un continuo cercarti, in sogno, li il desiderio prende forma, implora di ritrovare il tuo volto, la tua voce, un dialogo interrotto troppo presto. E ti cerco, fra lacrime che arrivano in momenti inaspettati, fra dolori e tormenti a cui nessuno può dare ascolto, nessuno tranne te.
Questo Natale non sarà facile.
Continuo a sentire voci dentro e fuori formulare frasi del genere. Io resto ancora intontita. Non so cosa sia meglio pensare. Sono strane troppe cose. Quello che so, che ho scoperto, è che il tempo già passava veloce quando c’eri, adesso passa proprio velocissimo. In tutto questo ho imparato una cosa fondamentale. Fare solo ciò che sento di fare, non assecondare più nessuno. In tale parentesi non ti somiglierò forse, lo so, ma ne sono certa, tu saresti contenta nel vedermi stare bene. Nel provare a farlo.
Le convenzioni sociali non piacevano manco a te, che hai passato una vita di studi fra teologia e ricerca, quindi resto coerente mamma. Sono ciò che sono. Farò ciò che sento, oggi più di prima. Voglio dedicarmi alla meditazione. Farò un piccolo albero di Natale, vicino la scrivania che puntualmente Domenico cerca di mettere in ordine (si prende pure la briga di ritagliare i miei articoli di giornali per poi buttare il superfluo e fare spazio), accanto alla nuova libreria che ha costruito. Ci sono davvero molto libri da leggere ancora… Stasera compro un’altra candela. Ho scoperto che mi piacciono. Soprattutto quelle profumate.
Allora che nessuno mi chieda nulla in questi giorni. Non mi chiedete di pranzi e non fatelo perché vi dispiace. Sono serena nella solitudine, nella ricerca di qualche cosa che c’è ancora, che non è mai scomparso, ma si rinnova. Vuole trovare nuove forme di vita. Voglio dedicarmi a guardare il mare, le montagne, e poi organizzare dei viaggi. Non voglio più cercare dialoghi laddove non sono mai stati.
La tradizione non può essere tale senza tradimento. Continuo a volere tanta bellezza, nella mia ribellione, e so che tu lo sai.
Valeria D'Agostino è giornalista pubblicista, curiosa del bello, amante della natura e della poesia. Ha contribuito a realizzare il Tip Teatro di Lamezia Terme, già ufficio stampa di Scenari Visibili, blogger sin dagli esordi di Manifest Blog. Ha lavorato per Il Lametino, attualmente corrispondente esterna della Gazzetta del Sud. Nell'ambito della scrittura giornalistica ha prediletto un interesse particolare per le tematiche sociali, quali in primis la sanità e l'ambiente, culturali, e artistiche. Si divide fra Lamezia Terme e Longobardi, costa tirrenica cosentina dove si occupa di turismo e agricoltura biologica. "Un buon modo per dare concretezza al concetto di fuga".