Chi vive con la Disprassia lo sa, la fretta è un veleno che ci tormenta l’animo, ci blocca le gambe, fa sudare le mani e spalanca il buio davanti a noi. Non riusciamo a fare nulla.
Per questo cerchiamo di amare ciò che è lento, in questo mondo frenetico e rapidissimo. Una sfida lunga, lenta e silenziosa, mentre invisibili altoparlanti proclamano a tutto spiano nelle menti di ognuno: “la calma è pigrizia! E’ debolezza! Porta rassegnazione e sconfitta nella vita!”.
A volte, però, vivere in silenzio non basta, bisogna incontrarsi.
Ed eccomi qui: vi ricordate di me, no? Sono il Paziente Zero, quello che tanti anni fa non sapeva allacciarsi le scarpe e adesso racconta, o tenta di raccontare, la Disprassia agli altri.
Uno sporco lavoro, eppure qualcuno deve pur farlo, si direbbe in un film. Ma questo non è un film, è la vita…. e combattere da soli mentre tanti altri restano nell’ombra serve a poco.
Bisogna incontrarsi, altrimenti sarai solo un Disprassico unico che racconta se stesso… fatica destinata alla sconfitta, alla lunga.
Per mesi ho pensato a questo, alla difficoltà di una lotta che contempli solo il racconto di te stesso, ero e sono consapevole che la catena che ho cominciato a costruire deve essere fatta anche da altri pezzi, per far finalmente uscire chi vive con il Disturbo nascosto dall’oblio.
Ed oggi, in questo piccolo paesino illuminato dal pacato sole settembrino, stiamo creando il primo pezzo della catena.
Ok, ci sono io, che racconto come funziona la Disprassia, e la gente ti guarda, interessata e stupita perchè per la prima volta sente parlare di una realtà che ha sottovalutato e che pensava fosse quella strana parola che si chiama goffaggine: parola definitiva che in realtà non vuol dire nulla. Siamo tutti goffi in qualcosa, ma la Disprassia non tocca tutti. Per questo bisogna trovare altre parole.
Ma non solo parole, anche sguardi.
E qui entra in gioco Occhi Freschi: la chiamo così, per conservare l’anonimato e la privacy. Si tratta della persona che assieme a me, oggi, inizia a costruire la catena per mostrare a tutti i Mondi Disprassici.
Mentre io ho percorso decenni assieme alla Disprassia, Occhi Freschi è appena all’inizio: solo ora sta cominciando a sentire che c’è qualcosa di strano e particolare nella sua vita, qualcosa che la fa inciampare rallentare fermare…. però i suoi occhi sono freschi, e non rinuncia a sorridere. Non riesce ancora a parlarne e a spiegare, ma gli occhi le brillano e sorride, quando le dico “anche io ho la Disprassia, sai?”.
Annuisce. Ok, Occhi Freschi, dico, Facciamo parte della stessa famiglia. Io sono Gambe Lunghe, perchè ho camminato a lungo con Lei e ancora lo farò per parecchio tempo.
Per te, ora, è il momento di spalancare gli occhi, toccare con mano quella “lentezza” che hai, sapere che non sei meno degli altri solo perchè vai più piano. Ci sarà tempo per camminare, spiegare e raccontare.
Ora vivi questa Cosa che hai e che non è colpa tua se fa parte di te.
Ci nasciamo con Lei, dobbiamo sorriderle e non averne paura perchè quando devi vivere tutti i giorni con qualcosa che non ti sei scelto non devi permettergli dominarti ma accettare che quella cosa è là con te.
Lei si accorgerà della tua paura e la sfrutterà. Se tu invece non avrai paura, lei non vincerà.
Occhi Freschi sorride, e annuisce con un deciso e simpatico movimento della testa. Poi si volge verso i suoi genitori e aggiunge, sempre sorridendo: “Non ho paura della Disprassia!”.
Ecco fatto, penso. Quel sorriso colmo d’ironia, che io ho imparato a coltivare, anche Occhi Freschi ce l’ha, e apprenderà il modo migliore per tenerselo stretto e usarlo al momento giusto.
Perchè la Disprassia è capricciosa, e cerca sempre di ostacolarti e farti scivolare: è un pò come i Mollicci di Harry Potter, tenta di sfruttare le tue paure e di imprigionarti nelle sabbie mobili.
Per lei è essenziale, perchè sa che ci penserà poi l’abitudine di chi non la vive tutti i giorni ad incasellare con etichette perenni e inscalfibili chi vive con la Disprassia a sistemare in un limbo di sfiducia il “Disprassico”.
Ma se noi non glielo permettiamo non riuscirà nel suo intento.
Per questo io, Gambe Lunghe, sorrido. Per questo Occhi Stanchi sorride.
Perchè l’allegria, il sorriso e l’ironia sono le armi migliori contro la Disprassia.
Di Pesaro. Ho trentaquattro anni, vivo e scrivo da precario in un mondo totalmente precario, alla ricerca di una casa dell’anima – che credo di aver trovato – e scrivo soprattutto di fantasy e avventura. Ho sempre l’animo da Don Chisciotte e lo conserverò sempre!