Da qualche mese è uscito il mio secondo romanzo, “Nandèra.Il ragazzo della profezia”: un romanzo che sa di Calabria, dall’inizio alla fine, per una miriade di motivi: la casa editrice- Apollo, l’agente editoriale e amica che mi ha curato il testo come se fosse un figlio- Laura Montuoro- e l’atmosfera che aleggia in tutto il libro: una natura selvaggia , nascosta e piena di magia che un mondo efficiente tenta di distruggere.
Nelle mie frequenti andate e venute in Calabria, niente come il Monte Reventino, sopra Lamezia Terme, ha ispirato questa mia storia. Le avventure di Joan sono decisamente debitrici dei sentieri del Reventino, dei suoi paesaggi “misti”, dei suoi panorami e dei suoi tramonti.
Ma su tutti c’è un personaggio che deve tantissimo alla Calabria: Ariandra, il Genio a Metà della Foresta Ombrata, che aiuta e affianca Joan nel suo viaggio e nella sua ricerca degli Animali Parlanti.
Ariandra nasce un pomeriggio d’estate proprio sul Reventino: mentre camminavo lì con due amici, e mi perdevo nella bellezza unica del monte, la mia mente ha cominciato a vagare. Mi sembrava che gli alberi si muovessero, e che un’ombra danzasse a piedi nudi in mezzo al sottobosco, libera e felice… eppure sola, e desiderosa di grande compagnia.
Fu un attimo, ma quella sensazione mi permeò in modo fortissimo e mi rimase impressa, tanto che quando tornai a Lamezia, quella sera, una selva di voci e immagini ronzavano nella mia testa: sentivo che una storia stava prepotentemente uscendo, ma non bisognava metterle fretta. Attesi.
E il giorno dopo… cominciai a scrivere di Joan e del mago Borèo. Ma sapevo che la storia non sarebbe sgorgata come un fiume finchè non avessi incontrato quell’ombra desiderosa di compagnia.
Doveva essere un qualche genio delle foreste, ma con del sangue umano, perchè la tristezza e la gioia di stare in compagnia appartengono a noi, e non alle magiche creature della foresta, che a volte possono essere crudeli e distanti. No, doveva essere un Genio, si… ma a metà!
Così nacque Ariandra, la ragazza Genio, ultima- forse- della sua gente, allegra e malinconica, saggia e spensierata, antica e giovanissima. L’anima del romanzo, ora lo so per certo.
Grazie, Calabria!
Di Pesaro. Ho trentaquattro anni, vivo e scrivo da precario in un mondo totalmente precario, alla ricerca di una casa dell’anima – che credo di aver trovato – e scrivo soprattutto di fantasy e avventura. Ho sempre l’animo da Don Chisciotte e lo conserverò sempre!