“Il manutentore di anime” di Laura Pisani

“Li ringrazio per avermi lasciato fare quello che desideravo fare”

 

Lo so, è strano iniziare una recensione con le parole che l’autrice rivolge a suo marito e alle sue figlie, alla fine del romanzo, per dir loro grazie per averla supportata e mai ostacolata in questo percorso di scrittura che l’ha portata alla pubblicazione della sua prima bellissima fatica letteraria.

Strano sì, ma neanche tanto perché “Il manutentore di anime” di Laura Pisani, edito dalla casa editrice Morellini, è un libro permeato d’amore, esattamente come quello che si percepisce dalla frase che ho posto come incipit della mia riflessione.

Il protagonista di questa storia si chiama Pierre Cavatorta, ha 38 anni e lavora come agente immobiliare a Milano dove vive un’esistenza tranquilla. Un giorno, però, all’improvviso, riceve una telefonata dalla Francia: un medico di una clinica psichiatrica gli comunica che sua madre Amélie, che lui credeva morta da quando era bambino, è deceduta. La telefonata lo catapulta in un mondo terribile e ignoto: Amélie, infatti, a insaputa del figlio e per volontà del marito, è stata per 25 anni ricoverata in una clinica perché malata di mente. La notizia della vera morte della madre sconvolge la vita di Pierre, che, ad un tratto, sente di non avere più un passato e di essere vissuto per anni in un inganno messo in scena proprio da suo padre Filippo. Nei giorni successivi, una strana sensazione lo pervade: inizia a percepire con grande forza le emozioni degli altri. È come se, improvvisamente, vivesse nei corpi delle persone che incontra, una sorta di eccesso di empatia che rischia di farlo impazzire. All’inizio cerca di reprimere ciò che prova, poi riconosce che il suo sentire può essere una risorsa da mettere a disposizione degli altri. Nel frattempo, la scoperta di un diario nel quale Amélie ha trascritto tutti i suoi ricordi, fin dalla nascita del figlio, lo aiuta a ritrovare parti di sé e a compiere un percorso di crescita che lo farà diventare un uomo capace di amarsi e di amare.

Nel suo romanzo d’esordio, Laura Pisani sceglie di analizzare un tema molto delicato e complesso, quello dell’empatia, quello del sentire sulla propria pelle le sofferenze dell’altro. La pelle di Pierre è piena di cicatrici, segni che ha provato a nascondere anche a sé stesso perché spesso i ricordi fanno male e l’unico modo per poter andare avanti è dimenticare, anche se “ci sono degli attimi di ciò che viviamo che sono destinati a stazionare per sempre nella nostra memoria; neanche i dettagli, col tempo, si offuscano”.

Pierre “sa benissimo che, nella vita, ci sono domande destinate a non trovare risposta” ma sa anche che se “il passato non ha avuto soddisfazione, prima o poi bussa al presente”.

Amélie bussa alla sua porta quando lui non è pronto ad accoglierla, quando ha finito di sperare, quando ha voltato pagina. Amélie è la ferita che non ha mai smesso di sanguinare, è la lacrima che ha rigato il viso di un bambino, è il fuoco che lo ha scaldato e bruciato al tempo stesso. Amélie, proprio come quando lui era piccolo, richiede attenzioni, vuole urlare la sua verità, vuole che il figlio finalmente la conosca e Pierre prima si sente vittima e poi diventa quasi carnefice nei confronti di suo padre anche se lo fa soltanto “per esorcizzare il proprio dolore”.

Ad un certo punto, però, una fitta, un dolore pari a quello di un’incisione con un bisturi, lo riporta alla realtà e gli fa comprendere che “la fortuna non esiste, esiste la vita che scegliamo e dietro a ogni serratura si apre una nuova possibilità”, che “non si rimpiange l’inevitabile” e che “in fin dei conti, l’amore si manifesta in molteplici forme e nessuno può misurare il legame tra due persone”.

 

Un romanzo intenso che mi ha tenuta incollata alle pagine, una storia che mi ha presa per mano e mi ha mostrato che è necessario “difendere sempre ciò che si desidera” e che “non è mai troppo tardi per essere ciò che avremmo voluto essere”.

Buona lettura a chi non perde la speranza perché sa che “la vita è uno strano spettacolo” e che alcuni cerchi, prima o poi, devono chiudersi. Buona lettura a chi non teme di ascoltarsi nel silenzio. E infine buona lettura a chi ha sperimentato sulla propria pelle che “chi ama, in qualche modo deve lasciar andare” perché “chi ama davvero non può trattenere nessuno”.

 

ALESSANDRA D’AGOSTINO

 

 

Sono una prof di Lettere appassionata e sorridente! Amo insegnare, leggere e scrivere recensioni, racconti e poesie che, spesso, hanno ricevuto pubblicazioni e premi letterari nazionali. Il mio motto è: "Se la fatica è tanta, il premio non sarà mediocre"... La vita mi ha insegnato che Giordano Bruno non si sbagliava!

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