Festival della Lettura “Reading” | Il mio secondo giorno

È iniziata subito stamattina la seconda giornata del “Reading”; qui nel Convento di San Francesco di Paola siamo già alle prese con i preparativi, di sopra, in una delle belle sale al primo piano, si sta tenendo la masterclass dell’attrice e regista Rita De Donato: un’ora e mezza di esperienza teatrale, con tutto l’armamentario che si tira fuori in un laboratorio del genere, dedicato cioè alla Voce e al Corpo, alla fiducia di sé e a quella del gruppo. Un momento prezioso, nel programma di quest’anno, al quale hanno risposto con piacere la maggior parte del nostro team e soprattutto il gruppo di donne che ieri (venerdì) ha chiuso la prima serata con il “Jukebox della poesia” insieme al maestro Carlo Gallo.

Mi sembra passata già un’eternità, tra i preparativi di ieri, fino all’ultimo minuto, le ansie per la miglior riuscita, qualche tavolo da raccattare in ritardo, e poi le signore che preparano la cena all’angolo food, eccetera. Pertanto, in questo secondo giorno mi sento già più a mio agio: lo dimostrano i numerosi incontri, le chiacchiere scambiate con cortesia, le nuove conoscenze.

Emanuela Internò (Libreria Raccontami) e Francesco Abbadessa

Con qualche immancabile minuto di ritardo, nel pieno pomeriggio cominciano a raggiungerci tanti bambini! Sono qui per sentire la storia di Timmy finds a Heart (Le Pecore Nere), con l’autore, l’illustratore Francesco Abbadessa, venuto da Roma, che siede a terra insieme a loro, ed Emanuela della Libreria Raccontami a dare un valido supporto. Ieri non ce n’erano così tanti, oggi in gran numero, invece, sono accorsi alla chiamata ed è bello, c’è soddisfazione, quando vedi i volti di questi bambini illuminarsi di gioia all’ascolto e alla lettura di un bel libro (bilingue, tra l’altro, in italiano e in inglese) illustrato a regola d’arte.

Emilio Nigro nel reading del suo “Edipo in fuga”

Poi è arrivato Emilio, Emilio Nigro, poeta, amico: ci conosciamo da molti anni, soprattutto per le frequentazioni teatrali in comune, ma ancora non c’era stata l’occasione per stare un po’ insieme parlando della poesia. E quella del suo “Edipo in fuga” (ed. Les Flaneurs) è davvero tosta, intrisa di certi dolori che subito sembrano cucirsi sulla tua anima, ma anche di consapevolezze, di dubbi che si disciolgono, una poesia rivelatrice, insomma, soprattutto quella più spiccatamente amorosa, ma di un amore che travalica anche l’umano, cosmico.

Carmen Verde ascolta le letture dal suo “Una minima infelicità”

Nel vivo del pomeriggio, arriva finalmente Carmen Verde, già rinomata scrittrice dopo le importanti segnalazioni letterarie (Premio Strega, Premio Sila) e che con il suo romanzo “Una minima infelicità” ci ipnotizza per davvero: la storia di Annetta, una vita vissuta all’ombra della madre che si vergogna del corpo della figlia perché “scandalosamente minuta”, si dipana così fra le diverse pagine lette con passione dagli amici del Reading Club dei Lettori, la colonna, una costola, di questo bel Festival, che a intervalli regolari si riunisce durante tutto l’anno attorno a un bel libro. Carmen interloquisce con Rosanna Tedesco, professoressa, in un dialogo stimolante e sapientemente intervallato dalle letture.

È il clou della serata, ormai. L’aria comincia a farsi più fresca – ed era anche ora –, manteniamo ancora un po’ di ritardo sulla tabella di marcia. “Domani iniziamo puntuali” ci diciamo con Gaspare, “Certamente, per forza” ci tranquillizziamo. E già hanno preso le scene Ernesto Orrico e Massimo Palermo.

Ernesto Orrico
Massimo Palermo

Una performance frizzante, potente, come tutte quelle a cui ci hanno già abituato, ed ora basata sull’ultima geniale raccolta di testi – poesie? Prose? Pensieri? Prosimetri? Deliri? – di Ernesto, “Nel Sud del Sud del suono” (ed. Underground?) qui presentata per la prima volta visto che il libro è uscito da appena qualche settimana. Palermo accompagna, dalla sua postazione elettronica, la voce camaleontica di Ernesto con il suo paesaggio sonoro, ogni tanto prende il sopravvento come in un urgente assolo, altre volte cede il passo: un dialogo e un’alchimia perfetta tra voce e musica.

Il maestro Roberto Scornaienchi

Dopo la pausa ristoro – splendida anche stasera la cena preparata dalle signore dell’Università della Terza Età “Ilde Turco Dodaro” – ancora un momento musicale, questa volta nell’eleganza della chitarra classica del maestro Roberto Scornaienchi. Un repertorio eclettico, dalla classica al jazz, fino a composizioni originali dello stesso Scornaienchi che, ammetto, conoscevo solo di fama, un nome, ed è stato davvero un gran piacere presentarlo questa sera fra le mura di questo bellissimo Chiostro.

Gianfranco Donadio e Domenico Lagano dopo la proiezione di “Oh rovina. Breve saggio sul non finito”

Chiudiamo la serata con una piccola ma sorprendente proiezione. C’è Domenico Lagano qui, giovane regista calabrese, venuto apposta da Milano per presentare il suo fortunato “Oh rovina. Breve saggio sul non finito”, in dialogo con l’antropologo visuale Gianfranco Donadio, Domenico ci mostra nel suo mediometraggio – bella la sua capacità e disinvoltura nel montaggio, passando da belle immagini di repertorio a belle riprese in solitaria – quelle grandi case nude che affollano la nostra terra: il fenomeno sociale, un problema “etico”, piuttosto che estetico come sottolinea Donadio, del non finito ma, soprattutto, in appena mezzora, una mirabile sintesi di storia del Meridione dal secondo dopoguerra in poi.

Un’altra giornata ricca di ospiti, parole, sguardi, incontri, fotografie, scritture. Torniamo stanchi, verso l’una di notte, all’altro convento, dove alloggiamo. Stanchi ma felici.

 

 

Vive a Lamezia Terme, legge e scrive dove gli capita. A tempo perso si è laureato in Beni Culturali e in Scienze Storiche, a tempo perso gestisce il blog Manifest e a tempo perso è responsabile della Biblioteca Galleggiante dello Spettacolo del TIP Teatro. Di fatto, non ha mai tempo. Ha esordito nel 2023 con il romanzo "Al di là delle dune" (A&B)

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