Le scelte della vita e l’inaspettato. “Si nasce più volte”.

Dialogo con me stessa e col mondo

 

Quando ti avvicini ai 30 anni molteplici  sono le domande che riguardano la tua vita. Una enorme sfera nella quale sono incluse facce, storie, case, boschi, colori, scelte,  sentimenti,  tempo e spazio a creare quella miscellanea fluida ch’è il presente.

Se prima dei 30 anni la sfera appare chiusa, e le incertezze sono lasciate a tacere, se tutto il tempo, con le sue ore, brevi o interminabili, è un circuito dinamico che si ripete, sotto la comodità superiore di chi ti sta intorno, a ridosso dei 30 anni qualcosa sembra muoversi e rompere le porte del pensiero.

Abbiamo trattato svariate volte argomenti, centrali del dibattito attuale, e della letteratura, antica e nuova, temi come : amore, vita, morte, destino, futuro. E ci siamo accorti, spesso, di restare al punto di partenza, con pochissime risposte. Anche quando le abbiamo cercate, o quando ci siamo stancati, queste non le abbiamo notate.

Intanto, tu continui a vivere di abitudini ma nel frattempo quel movimento inconscio, indiretto, forse non imputato propriamente a te, arriva, dove di preciso non si sa, ma arriva, e apre le ‘nuove prospettive’, si, quelle oggetto di scrittura di lunghi diari. Le prospettive che tu neanche immaginavi, non ti aspettavi, e che al di là del bene e del male, ti consentono di voltare una pagina della tua vita.

Senti che qualcosa prima o poi dovrà accadere, ed accade, come tutte le cose che ancora non hai pensato. Nel paradosso convive l’idea di uno spiraglio, di un foro, mediante cui osservare il sole come se fosse la prima volta. Lì, vive, ancora, la nostalgia, la dolcezza, la bontà, la nobiltà dell’animo che ci sorprende, ci rende increduli, più forti perché qualcosa, qui ed ora è appena accaduta ed ha allargato le tue ali.

Allora ti ascolti forte, più del solito, e ti accorgi di essere diversa, non sei più tu, e sorridi. Ti senti stupida, perché era tutta nella testa. La paura di affrontare la vita, come per la prima volta, era tutta nella testa, o nella sfera su cui ti adagiavi.

Nasciamo più volte, ogni giorno, e non ce ne accorgiamo. Oggi, le mie spalle sono apparentemente deboli, ma riesco ad abbracciare più intensamente, con verità, la stessa che metto nel mio sguardo di donna. Oggi, non mi accorgo più di essere di fronte a un bivio, non devo fare più scelte che mi incutono ansie, perché tutto avviene mentre noi siamo distratti. Non chiediamoci come sarà questa o quella strada, continuiamo il cammino, non guardiamo più indietro, osiamo desiderare.

Valeria D'Agostino è giornalista pubblicista, curiosa del bello, amante della natura e della poesia. Ha contribuito a realizzare il Tip Teatro di Lamezia Terme, già ufficio stampa di Scenari Visibili, blogger sin dagli esordi di Manifest Blog. Ha lavorato per Il Lametino, attualmente corrispondente esterna della Gazzetta del Sud. Nell'ambito della scrittura giornalistica ha prediletto un interesse particolare per le tematiche sociali, quali in primis la sanità e l'ambiente, culturali, e artistiche. Si divide fra Lamezia Terme e Longobardi, costa tirrenica cosentina dove si occupa di turismo e agricoltura biologica. "Un buon modo per dare concretezza al concetto di fuga".

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