“Ricordando Giancarlo Siani”, oggi, domani, sempre dalla parte della verità

 

Il 23 settembre 1985 veniva ammazzato a Napoli, all’età di 26 anni, il giornalista de “Il Mattino” Giancarlo Siani. Voleva fare solo il suo lavoro. Voleva farlo bene. Perchè informare dovrebbe essere una cosa seria, e Siani col suo impegno quotidiano alla ricerca della verità, ce lo insegnava bene. Ma alla camorra non poteva importare, o meglio per la camorra indagare sulla verità diventava un fatto particolarmente scomodo. Così lo hanno fatto fuori. Oggi ci manca tanto. Oggi che, puntualmente nelle ricorrenze di nascita e di morte, siamo tutti presi dalla frenesia del click facile, ma sappiamo anche che ricordare é un’altra cosa.

Quanti giornalisti, come Giancarlo Siani, oggi, rischiano la vita per portare avanti un giornalismo sano e utile alla società? Pochi. Molti. Chi può dirlo? Intanto attorno a noi non possiamo non prendere atto di un giornalismo che sempre più dimostra di adattarsi a tutti. Oggi il tesserino é nel portafogli di tutti, con facilità, superficialità, e non si fa caso all’etica e alla professionalità, al rispetto delle regole che stanno alla base di questo lavoro. In modo allarmante si prende atto di giornalisti che sviliscono la professione perché asserviscono il potere, la politica, e nulla hanno a che fare col servizio di vera informazione. Ma é un lavoro svilito ormai anche a causa di chi, detentori di potere economico, non badano a giuste retribuzioni, o a riconoscere il minimo dei diritti a chi si impegna nella scrittura quotidianamente.

Eppure, tutti, oggi, belli e brutti, ricordiamo Giancarlo Siani.
Lo ricordiamo perché ancora ci serve farlo, per distinguere il bene dal male, per capire meglio il giornalista dal giornalista giornalista, non per etichettare o giudicare, per sentirci migliori o peggiori a qualcuno, lo ricordiamo perché ancora ci serve farlo, per sentirci vivi, per capire meglio l’importanza del nostro lavoro, per dare un segnale, per indicare il tempo presente e per leggere la società che abitiamo.

Valeria D'Agostino è giornalista pubblicista, curiosa del bello, amante della natura e della poesia. Ha contribuito a realizzare il Tip Teatro di Lamezia Terme, già ufficio stampa di Scenari Visibili, blogger sin dagli esordi di Manifest Blog. Ha lavorato per Il Lametino, attualmente corrispondente esterna della Gazzetta del Sud. Nell'ambito della scrittura giornalistica ha prediletto un interesse particolare per le tematiche sociali, quali in primis la sanità e l'ambiente, culturali, e artistiche. Si divide fra Lamezia Terme e Longobardi, costa tirrenica cosentina dove si occupa di turismo e agricoltura biologica. "Un buon modo per dare concretezza al concetto di fuga".

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