E’ curioso il fatto che io, amante delle montagne, sarei un giorno finito a scrivere qualcosa che riguarda il mare, eppure anche in questo caso non posso iniziare la mia breve riflessione partendo proprio dalla mia cara vecchia (diversi milioni di anni sulle spalle) montagna.
Già perché fin da quando ho iniziato da bambino ad andare in giro per boschi mi ero sempre chiesto cosa fosse quell’enorme spaccatura che divideva in due la foresta, come un’autostrada che senza inizio nè fine taglia tutto ciò che incontra e interrompe la continuità del bosco, neppure un albero lungo il suo interminabile tragitto, è il metanodotto rispondeva mio padre.
Il metanodotto, il gas che utilizziamo per fare bollire l’acqua della pasta ad esempio non arriva per magia a casa nostra, ma attraversa migliaia di chilometri per arrivare nelle nostre case, ed è chiaro che per ragioni di sicurezza più lontano si tiene dai centri abitati meglio è… a discapito della mia povera montagna tagliata in due…
Più tardi mi sono reso conto che l’intero territorio nazionale porta queste cicatrici, e che più del 90% degli idrocarburi utilizzati in Italia vengono importati dall’Africa e dalla Russia e che l’Italia è tra le prime cinque nazioni al mondo importatrici di idrocarburi e che il gas che “produciamo” ed immettiamo nel mercato è veramente poca cosa. Ancor meno è quello che producono quelle piattaforme che già si trovano entro le 12 miglia dalla costa (per fortuna non se ne possono costruire più!) e che vorrebbero continuare ad erogare fino all’esaurimento dei giacimenti, ed ancor meno quello che le compagnie interessate allo sfruttamento pagherebbero all’Italia. Già perché in Italia è concesso sfruttare i giacimenti versando contributi alla nazione (Royalty) tra i più bassi del mondo! Una sorta di paradiso fiscale del Gas!
Royalty e Franchigia, due parole molto scomode perché riguardano la percentuale di denaro versata alla stato. Le risorse naturali tra cui gli idrocarburi e oli vari nel territorio nazionale sono infatti un bene dello Stato, delle regioni e dei comuni e poiché questi non estraggono direttamente lo fanno le compagnie ad esempio della Total e della Shell che pagano allo stato una percentuale del ricavato, nel nostro caso solo il 4% per l’estrazione di olio in mare quando negli altri paesi non scendono mai sotto il 30%, ecco perché paradiso fiscale.
La franchigia invece è quella quantità di gas che le compagnie possono estrarre senza pagare roylaty.
Per lo stato italiano le franchigie sono pari a: 20.000 t di petrolio estratto a terra; 50.000 t di petrolio estratto in mare; 25 Milioni di mc di gas estratto a terra; 80 Milioni di mc di gas estratto in mare, il rinnovo delle concessioni a tempo indeterminato fino ad esaurimento scorte è un incentivo ad estrarre a ritmi tali da pagare il meno possibile.
Il Referendum del 17 Aprile chiede ai cittadini italiani se vogliono annullare il rinnovo della concessione per quelle piattaforme poste entro le 12 miglia dalla costa. Concessione che è stata già rinnovata per cui le piattaforme andrebbero avanti fino a esaurimento dei giacimenti.
Se queste piattaforme chiudessero verrebbe a mancare circa l’1-2% di idrocarburi in termini di fabbisogno nazionale, per la precisione 2,1 % dei consumi nazionali di gas e lo 0,8 % dei consumi nazionali di petrolio.
Dunque adesso che per la prima volta mi chiedono di fermare questo sfruttamento non vedo perché non essere d’accordo. D’altra parte se qualcuno mi chiedesse se fossi disposto a rinunciare all’1% del mio consumo di gas in favore di una ricerca incentrata su energie che non inquinino e non surriscaldino il pianeta, io rinuncerei volentieri, perché se vogliamo essere coerenti con quanto firmato a Parigi nella conferenza mondiale sul clima, entro il 2050 dobbiamo tagliare nettamente le nostre emissioni di C02, e sarebbe il caso quindi di iniziare a pensarci già da ora così come ci hanno già pensato Francia e Croazia che hanno fermato ogni sfruttamento di gas nel Mediterraneo per evidenti rischi ambientali.
Perciò anch’io sarei disposto a voltare pagina gradualmente per il bene del pianeta, siamo tutti inquilini d’altronde, sono disposto ad essere aperto alle rinnovabili che, malgrado non possano sostituire ancora gli idrocarburi stanno progredendo più di quanto si pensi.
Sarei dunque disposto ad alcuni sacrifici o a limitare l’uso di idrocarburi almeno del 2%, ma non mi si attribuisca per questo il senso di colpa dei crimini e delle guerre figlie del petrolio, dell’eventuale importazione dal Mozambico qualora chiudessero le “nostre” piattaforme , non mi si tacci di ipocrisia per consumare plastica. Malgrado gli evidenti passi avanti, il mercato multinazionale è evidentemente incentrato sul petrolio, perciò scusate se vorrei un mondo alimentato con energia a portata di tutti e non vado in giro nudo per coerenza!
Se vogliamo dirla tutta, lo stato di “benessere” su cui si fonda il sistema economico occidentale è incentrato sulla logica dello sfruttamento delle risorse a discapito di altri ed è difeso con le armi, ed è in nome della logica dello sfruttamento che le lobbies multinazionali come Shell e Total vorrebbero continuare ad estrarre nel nostro mare, non certo in nome del nostro autentico benessere, non crediate che sia lo stato Italiano a prendere il gas e portarcelo gentilmente a casa ,con la colonna sonora della pubblicità dell’Eni, direttamente dal nostro mare, per cortesia… Qui non stiamo parlando di ambientalismo facile e disinformato oppure ipocrita. Qui stiamo parlando del futuro del pianeta sul quale tutti abitiamo e in questo senso il Referendum riveste un profondo valore simbolico e rappresenta l’occasione per sollevare un sano dibattito circa l’utilizzo di energie alternative, può essere un’occasione per iniziare a risvegliare un po’ di coscienze e di vincere le resistenze di chi è ancora legato ai vecchi schemi e agli interessi economici che gravitano intorno all’oro nero. Con il passare degli anni andremo sempre più spesso incontro a problematiche del genere, ce lo imporrà il pianeta stesso, la sua salute, i danni che il riscaldamento globale sta già causando, l’estremizzazione degli eventi climatici.
E’ ora di voltare pagina.
Laddove si posa la tua attenzione scorre la tua energia e la tua energia plasma la realtà che si manifesta attraverso di te. Sono una persona alla ricerca delle frequenze che si sommano alle mie, delle vibrazioni giuste, alla ricerca dell'armonia tra le mie energie e quelle della natura, delle persone. Mi dedico a qualsiasi cosa risuoni con il mio spirito, vado nei luoghi in cui sento un richiamo e in cui posso connettermi e sentirmi parte di un circuito più grande.