Viaggiavo da cento giorni
Straziato da mille pensieri.
Giunsi in un ristorante poco affollato
E chiesi una minestra
Che non fosse solo troppo fredda.
Finalmente sazio, mi distesi
E con i piedi su un tavolino apparecchiato
Contemplai strani silenzi…
Per questo fui davvero molto rallegrato
Quando vidi arrivare la cameriera,
mi risovvenne da quel mondo oscuro
con i suoi occhi enormi e luminosi
̶ Sicuramente non è una donna
Che si spaventa per un bacio ̶
La guardai con occhi ardenti
E lei mi ricambiò senza vergogna
Il bicchiere mi riempì sino all’orlo
Di un rosso come i suoi capelli
E raggiante la invitai per vedersi
Il dì seguente fuori dal lavoro.
Lei accettò senza lamenti
E mi chiese solo dove
Senza fare troppi commenti….
Il poeta non è altro che un canale, un medium per l'infinito, che si annulla per fare posto a forze che gli sono immensamente superiori e, per certi versi, persino estranee. D'altra parte chi sono io di fronte al tutto, ma al contempo, cosa sarebbe il tutto senza di me?