Giovanni Rodari, in arte Gianni, nasce a Omegna nel 1920. E’ stato uno scrittore, giornalista, pedagogista e poeta italiano, specializzato in testi per bambini e ragazzi.
Novelle fatte a macchina venne pubblicato nel 1973 per la casa editrice Giulio Einaudi. Il libro si presenta come una raccolta di novelle che, come lo stesso autore afferma, vennero pubblicate sul giornale “Paese Sera” di Roma.
Inizialmente dovevano essere delle fresche Favole Per l’estate, da pubblicare per alcune settimane di Agosto. Ma una domenica, aprendo il giornale, Rodari si accorse che il direttore aveva trasformato le Favole per l’estate in Favole per la Domenica. Rodari, preoccupato per la cadenza settimanale con cui avrebbe dovuto inventare, scrivere, riscrivere e correggere una favola, chiamò il direttore chiedendogli se lo considerasse una macchina inventa storie. Ma il direttore lo rassicurò: avrebbe scritto favole per la domenica finché ne avrebbe avuto voglia e fantasia. L’autore decise che le storie sarebbero state trentasette ( in realtà arrivò a ventisei ma l’ultima è divisa in dodici piccole storie, una per ogni mese, quindi se ne contano trentasette) e che la raccolta che le avrebbe ospitate si sarebbe chiamata “Novelle fatte a macchina”: non perché scritte meccanicamente ma
perché scritte per un giornale che era una fabbrica, in quanto veniva pagato per produrre queste favole.
Le trentasette novelle contenute nella raccolta son tutte auto-conclusive. Destinate ai ragazzi delle scuole medie, Rodari decide di non inserire nessuna nota all’interno delle stesse proprio per stimolare i ragazzi a ricercare i vocaboli difficili nel dizionario e per incoraggiare al dibattito in classe sui punti più difficili.
Le novelle vengono quasi sempre narrate al presente. Un presente che in certi momenti risulta essere logico e illogico allo stesso tempo. Molte le parole inventate, altrettante quelle prese in prestito dal gergo comune dei ragazzi. Tra il comico e serio, Rodari è capace di far riflettere con poche pagine. Ogni novella, nel momento meno atteso, ci spiazza con una frase che risulta essere il suo nocciolo, la sua morale. I problemi di tutti i giorni, le domande di ogni epoca, divengono spunto creativo capace di farci riflettere seriamente.
Con uno stile leggero e fantasioso, Rodari ci nutre di interrogativi pesanti: ad esempio, nella novella “Crunch! Scrash! Ovvero Arrivano i marziani”, egli pone un interrogativo di fondo:
“quante volte, per parlare un linguaggio imposto, rinunciamo a parlare il linguaggio della verità e della libertà?”
Una domanda potentissima che riuscirà a scuotere le menti anche dei lettori più anziani.
Novelle fatte a macchina, secondo me, mantiene non solo la sua origine, quindi Favole per l’estate, favole per rinfrescarsi, ma la amplia facendo sì che questo “rinfrescarsi” non sia solo un rimedio contro la calura estiva ma rimanga vivo e attivo nel tempo. Rinfrescare le idee, i sentimenti, i pensieri.
Rinfrescare la nostra fantasia, l’unica cosa che, probabilmente, ci mantiene vivi e ci continua a far sognare.
Rodari uno di quegli autori da leggere a qualsiasi età: da piccoli per sorridere e imparare a riflettere; da grandi per riflettere e imparare a sorridere.
E quanti sono quelli che insistono a voler parlare facendo rumore, invece che fumo? Non si sa. Ma speriamo tanti.
t.
Per paura e timidezza verso me stessa evito ogni forma di descrizione: interiore ed esteriore. Scrivo in gran segreto per mettere in ordine pensieri e sentimenti confusi e per riprendermi da notti insonni.