È da poco tramontato il sole,
il vento accompagna i pensieri, verso infiniti spazi, se ne percepiscono le malinconie, le voci, le risate, i pianti.
Ci sono ponti che non puoi scordare. Il Natale, alle porte, ci ricorda della velocità della luce, resta in agguato, non ci appartiene, ancora, non è nostro, per poco, ancora.
Ci siamo ridimensionati o siamo invece diventati di più?
Ho iniziato ad accarezzare un gatto selvatico – eppure un’amica mi ricordava che nessun gatto è selvatico per davvero -, mi innamoro degli occhi di un cane, quello che non vuol mangiare e si mette a pancia in su appena mi vede.
Tutti credono che tutti abbiano bisogno di una cura: la sensibilità è una brutta cosa. Che l’assenza nutra malessere.
Nessuno che provi a immaginare quanto l’assenza nutra amore.
L’intelligenza è temuta, quella che se ne sta zitta e buona ma muove le cose.
Ho dimenticato il gioco delle parole. Me ne importa poco ultimamente.
È difficile capire cosa stia facendo o non facendo.
Siamo fatti per non essere domandati.
Valeria D'Agostino è giornalista pubblicista, curiosa del bello, amante della natura e della poesia. Ha contribuito a realizzare il Tip Teatro di Lamezia Terme, già ufficio stampa di Scenari Visibili, blogger sin dagli esordi di Manifest Blog. Ha lavorato per Il Lametino, attualmente corrispondente esterna della Gazzetta del Sud. Nell'ambito della scrittura giornalistica ha prediletto un interesse particolare per le tematiche sociali, quali in primis la sanità e l'ambiente, culturali, e artistiche. Si divide fra Lamezia Terme e Longobardi, costa tirrenica cosentina dove si occupa di turismo e agricoltura biologica. "Un buon modo per dare concretezza al concetto di fuga".