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Ad occhi chiusi disegno il tuo volto.

Ho tentato di disegnare il tuo volto, ad occhi chiusi di notte, nel buio. Spesso ho creduto di sentire, addosso, il peso leggero delle tue braccia, l’inconfondibile tocco delle due dita che, distratte, sfioravano le mie.

Il tuo sguardo non l’ho lasciato mai un attimo, come un marinaio segue la sua stella o una formica il suo percorso per tornare a casa.

Le parole, quelle, le ho lasciate al vento, all’ordine sparso del tempo che attraverso albe e tramonti disegna su di noi le proprie ombre. Lettere e frasi che affondano lentamente nel cuore, arrivano allo stomaco, come fiori che colorano la speranza.

E’ un uragano che non trascina con sé nulla e nulla lascia alle sue spalle. Un mare senza spiaggia su cui sdraiarsi, una nuvola senza cielo da cui ammirare il mondo.

Ho sentito i tuoi sorrisi svegliarmi di notte, cadere nel buio e riaccendersi al mattino.

Ho immaginato i tuoi capelli trascinare via i miei pensieri, il giallo confondersi con il rosso del sole, il blu con il verde del mare.

Ho ascoltato i tuoi passi avvicinarsi ai miei, percorrere gli stessi chilometri, annusare gli stessi profumi e guardare gli stessi orizzonti.

Se sia una vita intera non lo so, di certo una metà non è qui, come un pensiero che si dissolve nell’aria e che disegna nuovi spazi.

Un canto risuona dal cielo, per tutti è un nuovo anno, un nuovo giorno, una nuova ora. Un rintocco che scandisce la speranza, che illumina un angolo di cuore.

L’armonia di questo mondo non è la nostra ma ci aggrappiamo per evadere da un sogno.

 

Sono i ricordi e gli amori che non ho mai avuto, le risate e le bugie, gli schiaffi presi e quelli non dati, ma anche i sorrisi e gli sguardi rivolti nel vuoto delle anime che mi circondano e spesso ne scrivo anche. Giornalista di professione, utilizzo i miei occhi e i miei sensi per trovare un filo che unisce le migliaia di distrazioni che mi circondano e che mi confondono.

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