#iodamorenonmuoio

Il teatro può essere paragonato ad un abito cucito da un sarto.è fatto su misura,con un determinato tipo di stoffa,un colore,un modello ben preciso.e così questo vestito bianco,di lino è stato cucito oggi in scena,in un auditorium scolastico.un filo rosso segue la linea del corpo,un rosso simbolo d’amore,un rosso vivo,forte,che nodo dopo nodo intreccio dopo intreccio,arriva sul cuore.e lì si ferma l’ago.la stoffa comincia a macchiarsi,si tinge di un rosso totalmente diverso.è color sangue,come quello che hanno versato le donne vittime della ‘ndrangheta,le nostre donne calabresi:ragazze,figlie,mogli,Donne morte per mano di uomini “d’onore” che di onore non hanno niente.Fabiana Luzzi,15 anni,uccisa da 27 coltellate solo perchè non voleva più una relazione soffocante con Davide,un diciassettenne.voleva la libertà di poter scegliere,di poter vivere la sua gioventù.oltre al sangue la benzina e un accendino a darle il colpo finale,bruciata come se fosse una strega.Patrizia Schettini e Patrizia Crivellaro,assassinate dai loro figli perchè non volevano più sentire il rimprovero di una madre che cercava soltanto di farli studiare invece di chiudersi a testa bassa sullo schermo di un telefonino a chattare costantemente.Giuseppina Mercuri: una donna abbandonata a se stessa da tutto il paese,solo per aver infranto il patto d’omertà e aver incastrato Tito Raso,uno spietato killer,il quale aveva ucciso davanti ai suoi occhi suo figlio Nino..in piazza non la salutava più nessuno,la gente usciva dal negozio quando lei entrava.questa è la paura dei vigliacchi.Loro erano un bottone rosso di uno splendido vestito,rovinato dal sangue.E come loro tante donne sono morte per un amore che non è mai stato vero amore.

il sarto dalle mani d’oro era lo scrittore e giornalista Arcangelo Badolati,che insieme all’attrice Federica Montanelli ha portato in scena la rappresentazione del suo libro “#Iodamorenonmuoio: la violenza sulle donne tra letteratura e cronaca” (Pellegrini,Cosenza 2016)

l’essenza pura di questo spettacolo sta nella volontà di informare,di far capire ai giovani e non solo cos’è l’amore vero,di far capire a noi donne che abbiamo una dignità,che dobbiamo essere rispettate,dobbiamo essere libere di vivere i nostri sentimenti.non dobbiamo farci sopraffare da quello che crediamo amore ma invece è soltanto violenza fisica,psicologica,una gelosia ossessiva,mascherata sapientemente da uomini-animali.e tutto ciò viene chiarito non solo con questi fatti di cronaca,ma facendo anche un salto indietro analizzando le figure di Ipazia d’Alessandria,Artemisia Gentileschi,Antigone,per passare ad Olympe de Gouce,Oriana Fallaci ed Alda Merini. -mi permetto di definirle “Donne che hanno la stoffa di essere Donne” (con la D maiuscola,sì)- ma è stato dato ampio spazio anche ai veri uomini,quelli che hanno saputo parlar d’amore vero attraverso la scrittura: Dante,Shakespeare,Ungaretti,Pasolini,Hikmet e Prevert insieme a molti altri…

non esistono convegni,dibattiti per imparare ad amare,ma è giusto condividere queste esperienze seppur tragiche attraverso la comunicazione fatta in modo diretto ed esplicito.. affinché non si muoia più per amore.(o quello che tentiamo erroneamente di definire così)

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