“L’attore è un bugiardo sincero” come scriveva Camus, a cui faceva eco Gassman, oppure non può e non deve sentire davvero ciò che recita, come pensavano Diderot e Nietzsche? E come risolvere l’idiosincrasia che Pasolini rilevava tra la sua coscienza e quella dell’attore di professione, che aggiungendosi a quella del regista modifica necessariamente l’idea di un soggetto? Il secolo appena passato ha rivoluzionato la recitazione e la figura dell’attore, oscillando tra poli opposti che vanno dall’identità all’annullamento, dallo straniamento al realismo, con la creazione di nuovi canoni, stili e linguaggi per fronteggiare l’esigenza profonda e umanissima di comunicare e reinterpretare una tradizione millenaria.
Su queste e altre problematiche è incentrato il convegno internazionale Pensare l’attore. Tra la scena e lo schermo, organizzato da Roberto De Gaetano, Bruno Roberti e Daniele Vianello, che si terrà al Teatro Auditorium Unical (TAU) dell’Università della Calabria dal 29 al 31 maggio prossimi.
L’iniziativa riunisce attori, registi, esperti di teatro, cinema e media e si articola in varie sessioni per interrogarsi sul corpo attorico e la sua espressione, il valore della tradizione e la necessità di innovarla, le dinamiche dell’”essere” e dell’”apparire”, lo stile e il linguaggio, gli orizzonti teorici e la pratica.
Oltre ai dibattiti sono in programma proiezioni, tavole rotonde, presentazioni di libri, esposizioni d’arte e l’incontro con Toni Servillo mercoledì 31 maggio alle ore 19.
Il link per scaricare il programma completo
http://www.conferenceattore.unical.it/
Archeologa. Bibliofila. Abibliofoba. Lettrice vorace, scrive fin da quando è in grado di farlo, ma declina puntualmente la responsabilità di spiegare i contenuti, con l'elegante pretesto che "la penna ne sa di più di chi scrive".