Lo Spirito che Suona.

Cos’è la musica?

La musica è la poesia, la musica è l’anima in cerca di parole, in cerca di risposte per lo stato d’animo che abbiamo. La musica è l’arte che non deve essere apprezzata con la vista, come la scultura o la pittura.

La musica è l’arte dell’udito, tra tutti i sensi che abbiamo.

Per questo molte volte, ci mettiamo ad ascoltare musica non solo con l’udito, ma anche con il cuore. Quanto commuove ascoltare quelle esatte parole, che ci fa sentire bene, o che ci scuote l’anima, anche se non è necessariamente collegata con il nostro attuale stato d’animo.

Per quanto in molti casi, le parole non siano necessarie per definire la bellezza, oggi non solo di musica voglio parlare ma, di una particolare cultura.

Una cultura cominciata tanto tempo fa, nei ghetti, con le casse sulle spalle “Ghettoblaster”, un grido della povera gente, che usava la musica per farsi sentire: “Il rap e l’hip-hop”.

Mi rendo conto mentre scrivo note di lode per la musica con il quale sono cresciuto, qualcuno potrebbe avere pregiudizi nei confronti di questa arte. Per molti non è altro che “parlare sulla musica”, “banale”.

E io rispondo per inizio che come al solito, ci sono solo pregiudizi. Per molti sarà solo “la musica degli incannati”.

nata sì da gente povera, con problemi non indifferenti, e tendenti alla criminalità, ma fa parte di questa cultura anche tante cose che poi sono state apprezzate dalle masse. ad esempio per me la street art, nasce da quella scuola di pensiero. La voglia di farsi sentire, scrivendo sui muri.

Quando vedo quei disegni belli come quadri, la collego a quella cultura.
lo stesso Bansky, e un altro artista da me molto apprezzato, Blu, sono emblema della cultura “di strada”, sono sempre nati dalla stessa idea, dallo stesso grido di aiuto, lo stesso reclamo.

Quando ero ragazzino, però devo ammettere che un po’ mi prese per moda. Infatti ascoltai artisti che oggi invece … beh non mi piacciono granché. Credo sia successo a tutti, no? O almeno a molti, se uno cresce non può certo ascoltare sempre la stessa musica, con tematiche da adolescenti (o sì?).

Parto da Eminem, negli anni della mia “pischellagine” aveva fatto il botto (The Eminem Show, 8Mile, ecc). Fece diventare questo genere mainstream, o comunque una moda – molto di più di quanto avessero fatto i precedessori.

Perché se all’inizio si interessavano di più gli americani (sarà anche stata l’evoluzione dei media) Eminem portò questa musica a livello globale.

Tuttavia, mi innamorai invece di un altro artista oltre ad Eminem (che oggi per me ha una qualità superiore rispetto a prima. Le sue tematiche sono diventate più mature. Resta sempre molto ascoltabile.) Ovvero Tupac Shakur.

Ascoltai tutta la sua discografia, e guardai il suo documentario. Lessi tante cose su di lui.

Mi ero appassionato di questo afroamericano, che aveva avuto una vita piena di sfortune, che rappava contro il sistema, contro il razzismo.

Ma cominciai anche ad ascoltare l’Hip Hop italiano. Sarà perché è nella mia lingua, ma oggi riesco difficilmente ad ascoltare questa poesia in altre lingue, a differenza di altri generi di musica. Sono italiano, riesco a capire cosa vuole dirmi uno come me, con i miei stessi problemi, proprio per il fatto che sia cresciuto nello stesso paese.

Anche lì, avevo (e ho ancora) il vizio di iniziare dai dischi più vecchi, ai nuovi.

Ed ora se ascolto ancora gli stessi artisti è perché non mi hanno smesso mai di piacere, ma hanno subito un’evoluzione, una maturazione.

Il rap allora diventa qualcosa di diverso, le parole hanno un peso che ha un’importanza sulle orecchie, sul cuore, anima.

La musica se è stato in grado di fare qualcosa di buono, è di salvarci ogni giorno: quando abbiamo un determinato stato d’animo, solo ascoltando quelle parole ti senti meglio, scaccia via la tristezza, la rabbia, il rancore, o li amplifichi, o ti sfoghi, o sei semplicemente felice di ascoltare in silenzio, nella stanza, o da qualsiasi altra parte,

Perché quando metto le cuffie, quando mi alleno, non riesco mai a staccare le orecchie, quello che ascolto è troppo bello.

In verità vorrei che si portasse una musica diversa, qua… Sembra che da troppo gli artisti che si portano a Lamezia Terme siano sempre gli stessi.

Ho dovuto cambiare città per ascoltare molta gente che mi interessava, anche se qua grazie a qualche festa dell’arte ho potuto vedere dal vivo i “Gente de Brogata”, poi Caparezza, ed altri… Non pretendo che vengano quelli che piacciono a me, ma almeno si cambi …musica.
I rapper mi sono sembrati persone diverse dagli altri artisti. Come se la loro sensibilità mi entrasse più dentro. O anche perché quando finiscono il concerto, ci si può parlare, fare foto insieme, sono molto più accoglienti, li sento meno distaccati di altri che ho visto suonare.

Quando ho visto Kaos suonare, l’ho visto come quel vecchio amico che conosco da una vita.

Qui a lamezia nel capodanno 2012, c’era Dj Myke come Djset con cui mi feci una foto… tante emozioni.

 

Il mio primo ascolto, fu dei Cor Velenio, primo gruppo HH italiano, perché allì’epoca qualche canzone veniva mandata su MTV.

Il suo “frontman” morì l’anno scorso nella notte di capodanno, David aka Primo, Primero, Primo Brown.
La notizia della sua morte, che lessi da assonnato prima di andare a dormire la notte di capodanno (del resto il mio umore non era neanche dei migliori, annoiato a morte…) Fu il Primo morto, nel Primo dell’anno (quanti giochi di parole…)

Non ho dedicato nulla a lui per ora, lo faccio con quasi un anno di ritardo. Il titolo dell’articolo, viene da questa canzone: https://www.youtube.com/watch?v=60PWwSa6oiU in cui lui stesso dice “Lo spirito che suona”… Non mi veniva in mente titolo migliore.

Rime, per me la poesia moderna, che si ascolta.

Come ogni altro che è morto prematuramente, non resta che ascoltarlo, e sentire lo spirito…

Lo spirito che suona.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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