“Paula” è un libro scritto dall’autrice Cilena Isabel Allende, giornalista, scrittrice e autrice di libri per l’infanzia. La scrittrice rimane in Cile fino al 1973, e dopo il Golpe di Pinochet si trasferisce dapprima in Venezuela e in seguito in California dove vive tutt’ora. Il suo romanzo d’esordio è “La casa degli spiriti” (1982), con il quale diviene un’autrice di fama internazionale letta in tutto il mondo.
“Paula” viene scritto nel 1992, anno che segna l’autrice per sempre, e pubblicato nel 1994. Il libro nasce da una terribile esperienza personale: la morte della figlia.
Ammalatisi gravemente nel 1991, Paula poco dopo entra in coma. Isabel, la madre, per esorcizzare il dolore e per non far sentire la figlia spaesata quando si sveglierà, decide di scriverle. Inizia così a redigere una lunga lettera dove racconta alla figlia non solo i lunghi e lenti giorni di degenza, ma anche la storia della sua famiglia. Paula però, con il passare dei giorni, non sembra migliorare anzi pare sempre più allontanarsi dalla vita terrena.
La lunga lettera pian piano cambia forma e diventa romanzo che racconta il Golpe in Cile, l’esilio, gli amori e la vita di Isabel, narra di Paula che da donna diviene spirito.
Posso vivere per te? Portarti nel mio corpo perché tu esista per i cinquanta o sessant’anni che ti hanno rubato? Non è ricordarti ciò che voglio, ma vivere la tua vita, essere te, che ami, senti e palpiti in me, che ogni gesto sia un gesto tuo, che la mia voce sia la tua voce.
In questo romanzo, in ogni riga, si sente in maniera inevitabile la presenza di Paula: una donna forte, intelligente e brillante. L’autrice, attraverso una scrittura asciutta e intima, racconta il dolore della perdita della figlia, una sofferenza che le fa perdere il senso di ogni cosa: il tempo, lentissimo, sembra ormai rispondere solo agli orari di visita dell’ospedale.
Nonostante le pagine siano piene di una pena che mai nessuna donna vorrebbe provare, l’Allende è stata capace, a mio parere, di far diventare questo romanzo una sorta di racconto della buona notte. Un racconto drammatico ma nello stesso tempo pieno di speranza. Una narrazione che intreccia i giorni di dolore alle antiche leggende familiari. Il lettore si troverà immerso nelle parole di una madre che racconta alla figlia tutto quello che è accaduto nella sua vita, ma anche tutto quello che succede mentre lei è immersa in quel torpore che sembra non voler abbandonare. Isabel accompagna Paula fino al suo ultimo respiro, si prende cura del suo corpo e del suo spirito, non la lascia mai sola. Per l’Allende è come essere tornata ai tempi in cui era incinta della figlia: due donne in un sol corpo, uno spirito fortissimo e una vita che dipendeva completamente dalla madre.
Un racconto doloroso ed emozionante che insegna come da grandi tragedie, capaci di cambiare per sempre il corso della vita, si possono trarre piccole e continue quantità di speranza per continuare a sorridere.
Non dimenticatemi, e un po’ di allegria su quelle facce! Ricordatevi che noi spiriti aiutiamo, accompagniamo e proteggiamo colore che sono contenti. Vi amo molto, Paula.
t.
Per paura e timidezza verso me stessa evito ogni forma di descrizione: interiore ed esteriore. Scrivo in gran segreto per mettere in ordine pensieri e sentimenti confusi e per riprendermi da notti insonni.