“Il testo editor”, Francesco Fiorentino e Felice Tocco a confronto nel libro di Santina Manieri

Da “il testo editor” un libro su due filosofi calabresi protagonisti del secondo Ottocento

Il lametino Francesco Fiorentino e il catanzarese Felice Tocco al centro del saggio della ricercatrice Unical Santina Manieri.

Catanzaro, 3 ottobre 2017 – “Francesco Fiorentino, Felice Tocco e l’identità della filosofia italiana dell’Ottocento”: si tratta del recente libro della ricercatrice dell’Unical Santina Manieri pubblicato per i tipi “il testo editor” a cura dell’associazione culturale “Radici nel Tempo” con sede a Davoli, nel Catanzarese. Il libro ridà piena luce a due pensatori calabresi – il primo nato a Sambiase, il secondo a Catanzaro – protagonisti della cultura italiana ed europea nella seconda parte del XIX secolo e ancora oggi tra le principali figure di riferimento per gli storici della filosofia.

Con questo saggio si mette in evidenza l’approccio alla filosofia neokantiana di Fiorentino e Tocco offrendo un taglio sia di tipo biografico che storiografico. Di più: l’autrice sottolinea come l’interesse dei due intellettuali per il Rinascimento si inserisca appieno nel dibattito ottocentesco animato dalla ricerca di una precisa identità della tradizione filosofica italiana. Una ricerca, spiega nel suo testo la studiosa, che nel periodo risorgimentale assume rilievo non soltanto filosofico, ma anche politico-patriottico.

Il libro è in linea con un filone di indagine già affrontato in profondità dall’autrice: Santina Manieri, dottore di ricerca in etica e storia della filosofia all’Università della Calabria, ha infatti dedicato altri scritti al neokantismo di Francesco Fiorentino e di Felice Tocco trattando questioni  messe da ultimo a sistema e riorganizzate in questo saggio nato nell’ambito delle iniziative culturali dell’associazione “Radici nel Tempo”.

Copertina Libro _Francesco Fiorentino Felice Tocco e l'identità della filosofia italiana dell'Ottocento_

L’opera, pubblicata con un contributo del dipartimento di studi umanistici dell’Università della Calabria, fa parte della collana “Pensatori Calabresi”, diretta da Romeo Bufalo, professore associato di estetica alla facoltà di lettere e filosofia dell’Unical. Obiettivi della collana: far conoscere figure, vicende, luoghi che hanno forgiato o che possono rinsaldare l’identità culturale calabrese e far conoscere l’apporto che i calabresi hanno dato nell’ambito dei più significativi sviluppi del pensiero europeo.

“Il testo editor” nasce su iniziativa dell’associazione “Radici nel Tempo” con sede a Davoli (Catanzaro), un’associazione che punta alla promozione culturale intesa come strumento privilegiato per lo sviluppo sociale e la crescita individuale. In tale ottica, ad esempio, è nata la collana “Pensatori Calabresi”, ideata per far conoscere a un vasto pubblico, anche ai giovani, una serie di vicende, luoghi, personaggi di primo piano nel panorama italiano ed europeo espressione di una identità culturale calabrese da riscoprire e valorizzare. Diverse le categorie trattate, per esempio: tradizioni, politica e attualità, poesia, teatro, storia e narrativa. “Radici nel Tempo” guarda con  molta attenzione ai giovani pubblicando gratuitamente per i tipi “il testo editor” opere di autrici e di autori emergenti puntando a coinvolgerli secondo una logica di progettualità.

Ulteriori informazioni sul libro si trovano anche sul sito web www.iltesto.com.

 

 

 

 

Valeria D'Agostino è giornalista pubblicista, curiosa del bello, amante della natura e della poesia. Ha contribuito a realizzare il Tip Teatro di Lamezia Terme, già ufficio stampa di Scenari Visibili, blogger sin dagli esordi di Manifest Blog. Ha lavorato per Il Lametino, attualmente corrispondente esterna della Gazzetta del Sud. Nell'ambito della scrittura giornalistica ha prediletto un interesse particolare per le tematiche sociali, quali in primis la sanità e l'ambiente, culturali, e artistiche. Si divide fra Lamezia Terme e Longobardi, costa tirrenica cosentina dove si occupa di turismo e agricoltura biologica. "Un buon modo per dare concretezza al concetto di fuga".

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