Sognavo il giorno che saremmo rimasti
Tu e io soli a contemplarci
Aspettavo quel momento
Totalmente atterrito
Da impalpabili visioni
E’ inutile che ti racconti
Tutte le volte che ti ho abbracciata
Nel fluire bizzoso dei momenti
Di quando lo spazio e il tempo
Ci teneva distanti
(Oppresso da legioni di ricordi)
Ma marcio lo stesso
Incurante del gelo che mi vibra
Incurante della solitudine
che i fantasmi non popolano più
Incurante persino di me stesso:
Anima sola
Nel solco della notte
Il poeta non è altro che un canale, un medium per l'infinito, che si annulla per fare posto a forze che gli sono immensamente superiori e, per certi versi, persino estranee. D'altra parte chi sono io di fronte al tutto, ma al contempo, cosa sarebbe il tutto senza di me?