La città morente dal nome Lamezia Terme, viva (in apparenza) per poche ore solo nella movida notturna lungo Corso Numistrano, continua a versare lacrime, lacrime che nessuno vuol vedere.
Già, perché anche al 30 settembre dopo la chiara ed efficace sentenza del Consiglio di Stato con cui, finalmente, forse troppo tardi, si mette fine alla parola “scioglimento comunale per mafia”, (la mafia c’era nel comune) a ridosso quindi del 10 novembre (data del ritorno alle urne) i protagonisti della campagna elettorale sono “confusi”.
Tale pseudo confusione, per l’ennesima volta, non fa altro che lasciare vuoti da colmare, non fa che perdere tempo, nel mentre i servizi essenziali continuano a mancare, i parchi cittadini sono nel totale degrado e abbandono, il comune quale struttura fisica è un contenitore vuoto, stanze chiuse e vuote, in cui non si creano bandi da anni, dove la burocrazia sembra essere un fatto a sé, e poi lo sport, la cultura, i rifiuti, la sanità, la disoccupazione. Tutto dimenticato.
La città soffre, assieme ai suoi cittadini in perenne “fuga”, e intanto loro, i protagonisti della campagna elettorale, come si diceva, nomi che andrebbero per la maggior parte messi da parte, perché artefici dei precedenti fallimenti, continuano a giocare a scacchi non curanti minimamente dei problemi in cui versa la città. In questo gioco perverso, estremamente vecchio, si continua ad utilizzare metodi antichi, inutili, malati, facendo nomi dietro tattiche e strategie che serviranno solo a “perdere” un’altra volta, per poi dopo qualche ora fare finta che la colpa sia di qualcun’altro, del compagno di banco certamente, e dando in ultima istanza il nome scelto dall’inizio.
Parliamo, ovviamente, del PD lametino che tanto, nelle ultime settimane, si era dato da fare per far capire a tutti che qualcosa si stava davvero rinnovando. Ebbene, siamo alla fine del commissariamento, terzo scioglimento per mafia, la sentenza del consiglio di stato parla chiaro e infine invita a non far accadere di nuovo quanto già accaduto, tradotto: non permettere che a candidarsi siano di nuovo uomini o donne vicini alla criminalità organizzata, (e purtroppo le liste, specie a destra, non promettono bene in tal senso) eppure…
A causa di un centro sinistra, al solito, spaccato, anche stavolta, forse, ci sono buoni presupposti per mandare tutto in fumo. Per dare in mano la città di nuovo al centro destra, super organizzato finora a vincere. È come se il centro sinistra avesse piacere a sguazzare nel lamento. È masochista. Non curante, però, dei suoi cittadini che sebbene stanchi e rassegnati non sono né masochisti né sadici. Chissà che, nel frattempo, questi cittadini non siano un tantino più intelligenti, e che sappiano leggere meglio fra le righe?
Valeria D'Agostino è giornalista pubblicista, curiosa del bello, amante della natura e della poesia. Ha contribuito a realizzare il Tip Teatro di Lamezia Terme, già ufficio stampa di Scenari Visibili, blogger sin dagli esordi di Manifest Blog. Ha lavorato per Il Lametino, attualmente corrispondente esterna della Gazzetta del Sud. Nell'ambito della scrittura giornalistica ha prediletto un interesse particolare per le tematiche sociali, quali in primis la sanità e l'ambiente, culturali, e artistiche. Si divide fra Lamezia Terme e Longobardi, costa tirrenica cosentina dove si occupa di turismo e agricoltura biologica. "Un buon modo per dare concretezza al concetto di fuga".