Vorrei poter uscire
da questi versi.
Io e te siamo pazzi amore mio;
voglio dire io sempre d’una spanna sopra
ma tu, tu mi fai il verso
almeno per metà.
Comprendo bene adesso
la Poetessa dei Navigli quando assunse
alla pericolosità della Poesia:
l’ho maneggiata senza troppa cura
lasciando ch’essa maneggiasse poi me
e te di mio riflesso – e un romanzetto
confinato al locale ne è testimone.
Maledetto io mi sento nell’anima
e tanto più io cerchi di afferrare una
qualsiasi verità tanto più essa mi attanaglia
inesorabilmente.
Ti ho stretta più del necessario
una sera, chiedendoti:
come riusciamo a comprendere
una beatitudine incalcolabile dall’umano
che – in niente – ci sfugge poi dalle dita?
Ecco; leggimi.
Ti ho adesso alle diciannove
e quarantaquattro, ti ho per l’eternità
solo in questo attimo,
come t’ho avuta in un Salto durato
per sempre.
Ti amo
in questa energia senza memoria
che ti rotea gli occhi sulle mie parole
e che ti socchiude le palpebre
esattamente adesso;
in questa poesia.
Vorrei poter uscire
da questi versi
e amarti senza farlo apposta.
Amarti per sbaglio
sarebbe a entrambi gioioso,
se non altro più utile
che assumere la verità a progetto.
Essa mi ha detto:
La poesia è crudele,
rende monoteista il nostro cuore.
Vive a Lamezia Terme, legge e scrive dove gli capita. A tempo perso si è laureato in Beni Culturali e in Scienze Storiche, a tempo perso gestisce il blog Manifest e a tempo perso è responsabile della Biblioteca Galleggiante dello Spettacolo del TIP Teatro. Di fatto, non ha mai tempo. Ha esordito nel 2023 con il romanzo "Al di là delle dune" (A&B)