Gennaio, da quanto tempo.

Volto straniero imperturbabile
affacciato alle soglie del giorno
riecheggia
fra urla e menzogne
il battito d’ali di un nuovo tempo.

Sospinto da un canto d’inverno
sospendi la linea del mare
argina i fiumi incessanti
zittisci il calore del sole
chiudi le crepe del cielo.

Danza l’apocalisse su di un arcobaleno
frammenti sperduti, come pietre.
Sangue di un tempo, in un bacio
rubato alla morte
alla nostra bellezza.

Sono i ricordi e gli amori che non ho mai avuto, le risate e le bugie, gli schiaffi presi e quelli non dati, ma anche i sorrisi e gli sguardi rivolti nel vuoto delle anime che mi circondano e spesso ne scrivo anche. Giornalista di professione, utilizzo i miei occhi e i miei sensi per trovare un filo che unisce le migliaia di distrazioni che mi circondano e che mi confondono.

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