Il cielo comincia dal basso: il profumo della vita “normale” nel libro di Sonia Serazzi

Ci sono luoghi in fondo all’anima che è bene custodire, posti in fondo al cuore che è bello condividere. Accade così che in un periodo particolarmente stressante, appesantito dal tipico cambio di stagione che influisce sull’umore (anche se fai finta di no), una lettura riesce ad ovattare gli orizzonti e a mutare per qualche istante qualunque prospettiva.


Quei posti nell’anima e quei luoghi nel cuore escono fuori tutti mentre mi ritrovo a leggere “Il cielo comincia dal basso” di Sonia Serazzi (edito da Rubbettino). Ho iniziato a leggerlo con un certo scetticismo, lo ammetto, quello di chi solitamente non si rapporta con opere contemporanee ma preferisce tornare indietro nel tempo di almeno ottant’anni.

Ed è forse proprio per questo che il libro della Serazzi mi ha sorpreso, ingannato, abbracciato e abbandonato fino ad avermi completamente invaso, dentro fino allo stomaco, riempiendo pezzi di pelle e di cuore che non sentivo più miei.

Un’opera semplice e che fa proprio della semplicità il suo punto di forza, ineluttabile come la visione della protagonista, del mondo, dei sentimenti, delle cose. Quella stessa semplicità che, di fatto, sorregge il mondo, l’universo, quello nascosto, all’ombra del protagonismo forzato, dell’apparire ad ogni costo, dei vuoti che non si riempiono mai.

Si riscopre così un mondo visto al contrario, dal basso con gli occhi rivolti ad un cielo nuovo. Si sentono i profumi vivi di una terra, la Calabria, che la protagonista del libro ama prima per scelta, poi per necessità, perché non riesce più a farne a meno.

Circondata dai colori e dagli odori di un piccolo paesino, la storia di Rosa, la protagonista, scorre tra episodi, ricordi di un passato non troppo lontano, sentimenti e amori accarezzati, attraverso una scrittura scevra di pressapochismo o di inutili ricami dialettici, ma intrisa di una semplicità che spiazza e che, in molti punti, colpisce duro allo stomaco di sorpresa e commuove l’anima.

L’empatia con Rosa è quasi viscerale, da subito: impossibile, attraverso i suoi occhi e il suo cuore, non cogliere le sfumature di un’esistenza che spesso è appesa al filo di un sogno svanito, sgualcita da una carezza non data o inondata dall’affetto e l’amore incondizionato.

E così, tra percorsi e ritorni, la storia della protagonista scorre fino ad un finale non banale e che lascia un segno profondo a chi, pagina dopo pagina, ha viaggiato e vissuto insieme a Rosa.

“Il cielo comincia dal basso” di Sonia Serazzi è un’opera che consiglio. E mi rivolgo a chi, nella letteratura contemporanea e con particolare riferimento all’attualità calabrese, cerca qualcosa di vero e differente, lontano da schemi preimpostati e copioni da seguire per accontentare un pubblico disattento e sazio.

Lo consiglio a chi ha fiducia in qualcosa di nuovo che – spesso – arriva inaspettato sotto a quel cielo azzurro che non tutti sanno guardare.

Sono i ricordi e gli amori che non ho mai avuto, le risate e le bugie, gli schiaffi presi e quelli non dati, ma anche i sorrisi e gli sguardi rivolti nel vuoto delle anime che mi circondano e spesso ne scrivo anche. Giornalista di professione, utilizzo i miei occhi e i miei sensi per trovare un filo che unisce le migliaia di distrazioni che mi circondano e che mi confondono.

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