Sabato 01/10
Ore 7.00 Di nuovo svegliata dalla voce della città. Stamattina la stanchezza mi impedisce di passeggiare molto e percorro solo brevi tratti nel Borgo Vecchio, fra bancarelle di frutta e magnifici palazzi barocchi che si aprono d’improvviso a squarci di mare.
Mi ritrovo a fare colazione e scrivere al solito tavolino del solito bar. È curioso come dopo pochissimo tempo alcuni posti ci sembrano nostri e le persone familiari: almeno questo penso quando la ragazza della caffetteria sorride dietro il gilet nero e i capelli cortissimi.
Mentre scrivo ascolto la radio: penso che la radio mi piace perché ti fa ascoltare musica che altrimenti non ascolteresti, che poi è lo stesso motivo per cui non mi piace. Fortunatamente, stavolta sono io a poter cambiare stazione.
Ore 9.15 Inizio del convegno.
Ore 14.00 Finita la sessione mattutina pranzo con alcuni colleghi nel chiostro del convento che è sede dell’università. Si parla di libri, scavi, progetti, nuovi lavori e prossimi appuntamenti…e in fondo “andare a Taranto”, oltre ad essere aggiornati sulle nuove scoperte significa soprattutto tessere o rinforzare legami, altre volte per dichiarare guerra!
Ore 15.45 Aspetto A. e M.T. per rientrare in macchina. Un’ultima breve passeggiata, lungo il tratto di mare fra il castello e il Monumento al Marinaio inaugurato nel 1974 che campeggia all’incrocio fra il corso dei Due Mari e il lungomare Vittorio Emanuele. Dai loro 7 metri di altezza le due figure agitano il berretto, salutano e accolgono le navi che attraversano questo mare, confondendosi con l’orizzonte.
Ore 16.20 Partiamo, costeggiando l’isolotto del Borgo Vecchio che si affaccia sul Mare Piccolo, che i Tarantini chiamano semplicemente “la Marina”, con chioschi di ricci di mare e barche che sembrano aver trovato un luogo sicuro.