Di notte i sogni fanno meno paura ma il cuore batte più forte

Spazi aperti che non si riempiono più, vuoti che non si colmano.

Cieli azzurri invisibili, nuvole bianche pesanti come sassi scagliati

lontano si affacciano su fiumi rossi che lenti si trascinano verso oceani di rabbia,

portando con sé ansie e battiti, sospiri e lacrime.

Visioni distorte di spazi senza tempo e confini immaginari, di mani bianche che s’intrecciano, di labbra rosa che si sfiorano da lontano, di occhi chiari, stanchi e luminosi, assetati.

C’è un silenzio assordante che riecheggia in pozzi pieni di sale e di mare, che racchiudono sogni spezzati come legami che si sciolgono al primo freddo d’autunno.

E intanto, un tintinnio di campane lontane riaccende il verde dei fili d’erba, il giallo dei soli lontani, sparsi qua e là, oltre una linea sottile che solca distanze, finzioni e convinzioni, che marca sogni e realtà, incurante delle ore e del tempo.

Sopito il silenzio, presto ritorna il domani avido come parole nuove su binari di treni in corsa, accolti da stazioni deserte e rumorose. Non c’è pace per chi sogna ancora, per chi colora le notti con occhi nuovi, per chi vive il futuro con pensieri sparsi, per chi trascina il passato con passi lenti e larghi per le vie strette del presente.

Ora l’orizzonte si spegne pian piano e le stelle invadono gli occhi. Come frecce appuntite si scagliano veloci sopra veli di velluto nero. Le menti giacciono su cuscini di piume e da ponti sospesi si gettano in volo i sogni, ma da lì non faranno più ritorno.

Sono i ricordi e gli amori che non ho mai avuto, le risate e le bugie, gli schiaffi presi e quelli non dati, ma anche i sorrisi e gli sguardi rivolti nel vuoto delle anime che mi circondano e spesso ne scrivo anche. Giornalista di professione, utilizzo i miei occhi e i miei sensi per trovare un filo che unisce le migliaia di distrazioni che mi circondano e che mi confondono.

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