Tu, tu sei il mio vero nemico,
il mio unico e solo,
tu che sei il più astuto,
il più crudele e meschino
tu che, al tuo fianco,
faresti santo
anche il peggior tiranno
per cui sempre mal godo il sorriso
quante più volte,
che sia di giorno o di notte,
il tuo attacco patisco
ma ancor più quando riposo,
quando sono inerme e stanco,
quando il tuo dardo
mi trafigge nel sonno
e, senza onore, il mio letto
di battaglia è reso
un aspro campo.
Da te, che ora allacci e ora sciogli,
che ora avvampi e ora ghiacci,
che ora tempri e ora corrodi,
che ora rinforzi e ora affanni,
che ora chiarisci e ora confondi,
che ora sani e ora ammali,
da te, ben volentieri,
scapperei pure,
se non fosse che, come le ferite,
solo tue sono anche le mie cure.
Lilium Sige
Dipinto: Jacques-Louis David – La morte di Marat,1793
Facevo il quinto superiore quando mi ritrovai, con sorpresa, a scrivere la mia prima poesia che ,con quei versi, entrò in punta di piedi nella mia vita per poi diventarne, a poco a poco, un aspetto d'assoluta indigenza. Qual è il motivo per cui scrivo? Ebbene, scrivo per ritornare a Casa con la speranza che, nel farlo, possa portarci anche te che ora stai leggendo...