Tutto il freddo del mondo

Tutto il freddo del mondo, in una notte che scivola lenta alle spalle del sole, che si nasconde tra ghiacci di stelle, cammini e sospiri.

Tutto il freddo del mondo in un miscuglio di abbracci e di occhi che fissano il vuoto sospeso, che squarciano il vento e calmano l’ansia del mare.

Tutto il freddo del mondo in un sorriso amaro, scolpito nei resti della memoria, che urla e s’inchina al colore del cielo, al pianto del sole in un giorno di pioggia.

Sono i ricordi e gli amori che non ho mai avuto, le risate e le bugie, gli schiaffi presi e quelli non dati, ma anche i sorrisi e gli sguardi rivolti nel vuoto delle anime che mi circondano e spesso ne scrivo anche. Giornalista di professione, utilizzo i miei occhi e i miei sensi per trovare un filo che unisce le migliaia di distrazioni che mi circondano e che mi confondono.

La professoressa di filosofia quanto era brutta, mamma mia- quel giorno mi massacrò. Implacabile, incattivita da una probabile (quanto meritata) acidità di stomaco, petulante oltre ogni dire ,caustica ed inesausta nelle bordate. Si discettava circa il pregiudizio nella filosofia di Spinoza. E mi incartai un pelino sul pregiudizio dei pregiudizi, ovvero lillusione del libero arbitrio umano. Dopo essermi incartato, affogai. E lei a goderne, sempre più brutta in un sarcastico sorriso. Vendicativo quanto basta, da quel giorno la immaginai perennemente sul precipizio. Destinata a brancolare nel vuoto, lei ancora più brutta e vedersela veramente brutta. Scimmiottando la bellezza di un classico, mi lasciai trascinare alla deriva. Dedicandole uno scadente brevissimo poemetto dal titolo Rosolio e precipizio. Nei confronti della docente demente, sia ben chiaro, mi sorgeva sovente il dubbio di nutrire un giudizio molto simile al pregiudizio. Un pregiudizio spingente, grosso modo da precipizio.

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