Siamo in tanti, madre, su questa spiaggia lontana.
Ho dormito cullata dalle calme onde
su questo mare che non ha frontiere
siamo partiti – dicesti – e non dovevo avere paura.
Mi stringi e sento i profumi della nostra bella casa
ma non vedo più i ghiacci dei nostri alti monti
né mi accarezza il polveroso vento del deserto
neppure sento la voce dei nostri fiumi verdiazzurri.
Perché siamo partiti lasciando tutto
sbarrando per sempre la porta
solcando il crudele mare?
Figlia mia, per le ingiustizie partimmo.
Perché l’uomo è carnefice dell’altro uomo
e noi ci facciamo nomadi
spezzando le robuste radici
per sfuggire al dolore.
Ma ora vieni
e affrontiamo quest’altro mare,
qui in questo abisso
non ci sono più ingiustizie
solo altri nomadi
come noi.
Sono nato dall'increspatura dell'onda. Non ho deciso io il mio destino, ma il mare che tutto sospinge e muove. - Tu navigherai - mi disse un giorno. E così sono alla ricerca di Itaca. Ho un cuore mediterraneo, crocevia di emozioni e incoerenze, come i molti popoli di questo mare. Ma come posso dire con certezza chi sono?