Buon compleanno, Utopia

Oggi è il 4 Febbraio. In questo stesso giorno, nel 1975, nacque un ragazzo, Vittorio Arrigoni, detto Vik Utopia.
Chi era Vittorio Arrigoni?
Beh, posso dire di avere il diritto di poterne parlare più di altri, avendo avuto il privilegio di poterlo conoscere, benchè per una sera sola, in quel di Pesaro, nel 2009, a causa di un incontro di presentazione del suo libro, “Restiamo Umani”.

Vik era una di quelle persone che, benchè composto da tante sfaccettature, ignote a chi lo incontrasse solo una volta come me, avevano e hanno la capacità di mostrare la forza che è in loro stessi: una forza che deriva dalla consapevolezza fortissima di credere in qualcosa, di sperare di poter cambiare il mondo con il proprio esempio, a piccoli passi e a costo di tutto. Una ventata di speranza, tali uomini, in un mondo pieno di cinici, arrivisti e opportunisti, dove lo sfottimento di politici sui social è considerato “politica”. A volte ci cadiamo tutti in questa cosa, e ogni volta che mi succede, io ritorno col pensiero al mio incontro con Vittorio, alla sera in cui , con la solita energia, rabbia, e allegria ( sì sembra incredibile ma è così) ci raccontava la sua esperienza di volontario pacifista a Gaza e in Palestina, in quella terra martoriata, nella quale vige ormai da tanto tempo un’oppressione sistematica e crudele di un intero popolo. Vik denunciò tutto questo con forza, con il suo libro e i suoi programmi radio, i suoi articoli di giornale ( scriveva per il Manifesto), e cercava sempre di sollevare quella cappa di disinformazione sui crimini di Israele. Sorrideva sempre amaramente quando sentiva parlare di conflitto israelo-palestinese, perchè come può essere considerato alla pari, diceva, un popolo che vive quasi come cent’anni fa, con uno dei più grandi eserciti del mondo?

Vik era un pacifista: era contro Israele, ma disprezzava pure il terrorismo palestinese. Sapeva che l’unica via era quella delle pace, dell’unione dei palestinesi e degli israeliani in un unico Stato, dove vivere pacificamente e con gli stessi diritti.
Sapeva però che quella strada era ancora molto lontana, perchè l’odio era ancora grande, Israele era ( ed è) uno Stato sempre più intollerante, che propone un’informazione assolutamente falsa su quello che acccade.
E allora, pur essendo Utopia, Vik era anche un ragazzo e un uomo molto realista, e quello che lui poteva fare non esitò a compierlo: stette dalla parte della gente di Gaza, soccorrendola, aiutandola, difendendola, venendo malmenato, aggredito e insultata dall’informazione connivente o cieca.
Vide le bombe al fosforo di Israele cadere su Gaza, vide il mondo parlare ipocritamente di “conflitto”, e sostenne che la parola giusta fosse sterminio, e provò rabbia nel vedere che gli eredi di coloro che avevano subito l’orrore nazista non avevano imparato nulla.
Il 15 Aprile 2011 lo trovarono senza vita, dopo esser stato rapito, apparentemente da terroristi palestinesi, ma le indagini hanno sollevato il velo su connivenze israeliane molto probabili: la sua morte ha fatto comodo a tutti quelli che amano la guerra, la morte, l’odio e l’apartheid.
Ma la sua vita non è stata spesa invano. Da allora, il suo grido, RESTIAMO UMANI, ha attraversato il mondo, e ancora oggi risuona, per coloro che non si vogliono arrendere, che si vogliono ribellare a questo mondo sempre più fosco,e la gente della Palestina ora hanno molti più amici di prima.
Grazie, Vik, per il tuo esempio. Come volevi tu, sulla tua lapide invisibile ci sta scritto: STORIA DI UN VINCITORE.
Perchè, sì, tu hai vinto, e loro, prima o poi, perderanno.
Buon Compleanno, Utopia.

Di Pesaro. Ho trentaquattro anni, vivo e scrivo da precario in un mondo totalmente precario, alla ricerca di una casa dell’anima – che credo di aver trovato – e scrivo soprattutto di fantasy e avventura. Ho sempre l’animo da Don Chisciotte e lo conserverò sempre!

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