Once upon a Time: la realtà della Fiaba e la finzione del cinismo

Non esagero se dico che Once Upon a Time, dal 2012 a oggi, è stata una delle serie Tv che mi ha influenzato di più.

L’idea geniale di recuperare le fiabe, trasferendole nel mondo di oggi,ma senza separarle dal proprio mondo fatato, ha permesso di esplorare tantissimi temi, non dimenticando mai la principale lezione delle fiabe: che l’oscurità non va mai negata, bensì affrontata, per originare la luce, e che le favole stesse non sono qualcosa di dolce, smielato e perfetto, ma fanno parte di un lungo percorso, tra illusioni,inciampi, rimorsi e consapevolezze.
In questo modo la serie della ABC,senza mai strizzare l’occhio al modus consueto di molte recenti serie TV- sesso e violenza gratuita anche quando non ce n’è bisogno- , ha tenuto sempre un suo preciso stile, parlandoci di due temi cruciali per il mondo di oggi: il tentativo, da parte di questo mondo efficiente e cinico, di voler uccidere i sogni e i sacrosanti viaggi nella fantasia, e l’assenza di padri e madri nella vita di molti figli.
Once ha sempre detto la sua, molto chiaramente: la vita è fatta di sogni, altrimenti “non sarebbe veramente reale”, come dice Henry, il True Believer, lo Scrittore, che dà motore a ogni cosa,e si può sempre trovare la propria stada, nonostante errori e inganni, verso il Lieto Fine, che spesso, per dirla con Belle, non è che un inizio.
La serie ha riprodotto molte fiabe, rimescolandole in modo originale ed ingegnoso: per quanto mi riguarda, memorabile la nuova versione de La Bella e la Bestia, dove una Bella amante dei libri riesce a far entrare un pò di luce nel cuore di Rumpletistkin, la Bestia, o il Folletto Filatore delle fiabe tedesche( interpretato magistralmente da un gigantesco Robert Carlyle) ; affascinante il rapporto di Rumple con Peter Pan, che qui diventa un padre che non vuole essere tale e si trasforma in un bambino che non vuol crescere mai; così è meravigliosa la figura di Pinocchio, purtroppo sfruttata fino a un certo punto, reso come uno scrittore che ha il compito di trovare colei che può salvare il Regno delle Fiabe, Emma Swan, ma spesso fallisce, perchè in fondo è rimasto sempre il solito burattino di legno.
Colpisce inoltre molto la figura della Regina Cattiva- una meravigliosa e indimenticabile Lana Parrilla- che con sofferenza, dolore e rabbia, riesce pian piano a redimersi e a intravedere una felicità possibile; così come non predestinato è il destino meno implacabile per Capitan Uncino, che grazie all’amore per Emma, riesce a trovare una strada che non sia solo piratesca.
E poi c’ lei, Emma Swan, la figlia di Biancaneve,madre del Believer Henry, che, dopo una vita da abbandonata e diversa, riesce a trovare se stessa, la propria famiglia e la propria identità solo credendo nella cosa che sembra più assurda di tutte: il mondo delle favole!
Eppure, senza di esso, ci dice Once, la vita non sarebbe quella che è: un percorso a ostacoli alla ricerca della propria dimensione. Sono le fiabe, le storie, i libri che danno sale alla vita.
E devo confessarlo: non avrei mai scritto, forse, senza Once upon a TIme, perchè non avrei riaperto il cuore allo stupore.
Ora questa serie, inciampata solo nella quarta stagione- ma si è ripresa subito, con la geniale invenzione del regno degli Inferi- ha portato a compimento molte delle sue storie, ma non ha detto la parola Fine, perchè, come dice Biancaneve, c’è una fine, ma non la fine, e le fiabe sono eterne.
Ora Henry, il True Believer, è grande, e toccherà a lui, come sua madre anni prima, salvare il mondo della Fiaba dal cinismo del mondo. Qualche personaggio saluterà, altri arriveranno.
Perchè, come diceva un altro grande testimone della realtà della FIaba, J.R.R Tolkien, “Le grandi storie non hanno mai una fine: sono i protagonisti che cambiano”.
Per tutto questo, e per tutto quello che verrà, grazie, Once.

Di Pesaro. Ho trentaquattro anni, vivo e scrivo da precario in un mondo totalmente precario, alla ricerca di una casa dell’anima – che credo di aver trovato – e scrivo soprattutto di fantasy e avventura. Ho sempre l’animo da Don Chisciotte e lo conserverò sempre!

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