Viva i matti

Ho incontrato delle persone, che mi hanno cambiato la vita, che sono definite matte dal resto del mondo.

Ho sempre faticato ad accettare questo giudizio, e non mi capacitavo di come la gente se ne potesse uscire con questi commenti sferzanti, senza conoscere le persone in questione, o conoscendole al massimo di vista ( un’espressione gentile per dire “so chi è ma non me ne frega niente”).
Poi ho capito perchè.
Il problema è il linguaggio.
Noi viviamo nella società standardizzata, dove le persone cosiddette normali parlano per frasi fatte, per giudizi copia incolla e per sentito dire, senza rendersi conto minimamente di questo.
L’umanità di ognuno, se ne va, giorno per giorno, pezzettino per pezzettino, nella convinzione che questo modo di vivere sia il migliore.
Per questo i matti, cioè le persone bizzarre- uso il termine matti come lo usano queste persone- spiazzano e sconvolgono: perchè parlano ancora seguendo il loro istinto, il loro cuore e la loro mente, e spaventano. Agli occhi dei cosiddetti “normali” questa gente parla strano, in modo confuso e insopportabile: c’è chi le odia, chi le compatisce, e chi le trova al massimo dei buffi oggetti sui cui fare qualche risate o con cui passare del tempo… per poi ridere alle loro spalle con i proprio compari normali, in serate dove il miglior argomento è il taggamento su Facebook o la nuova marca di cellulare comprato. E anche se si parla di cose più elevate, lo si fa sempre con quella modalità standardizzata e massificata che rende il tutto vuoto e spento. Ma questo è essere normali, per queste persone, mentre i matti sono irrecuperabili.
Eppure, questi “matti” e “matte” sono gli unici, finora, con cui ho potuto sperimentare l’umanità, la condivisione vera, sentimenti veri, momenti indimenticabili, sincerità e passioni.
I matti hanno quell’istinto naturale, quell’innocenza ormai perduta, quella ingenuità terrificante che li porta a vedere cose che gli altri non vedono, a superare ostacoli per altri insormontabili. Una bellezza, avere a che fare con questi matti.
Un pò sono matto anche io, e devo dire che avere a che fare con loro per me è sempre stato un onore e una grande felicità.
Quindi, cari matti, non vi preoccupate del giudizio altrui: non smettete di essere matti, che se non ci foste, bisognerebbe inventarvi, e io non vi potrei più conoscere.
Lunga vita ai matti!

Di Pesaro. Ho trentaquattro anni, vivo e scrivo da precario in un mondo totalmente precario, alla ricerca di una casa dell’anima – che credo di aver trovato – e scrivo soprattutto di fantasy e avventura. Ho sempre l’animo da Don Chisciotte e lo conserverò sempre!

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