“Non è pazzia, è dolore”
“Non ha mai pianto una lacrima”
“Le lacrime non sono il dolore”
“Sì, ma senza le lacrime chi ti assicura che il dolore c’è?”
“C’è e spesso è un dolore ancora più grande”.
La quadrilogia de “L’Amica Geniale” di Elena Ferrante non ha certamente bisogno della mia recensione, sono io, però, che ho bisogno di scriverla. Ho chiuso, poco fa, l’ultimo libro della serie e mi sono sentita immediatamente un po’ più sola. Una storia privata, un’amicizia, un odio e amore che si trascina per tutta la vita, la maternità, la famiglia. Eppure questa storia vissuta in un rione napoletano riesce a mescolarsi con la storia dell’Italia, con le speranze di chi vuole diventare altro da sé perché le sue origini le stanno strette. Pagine piene di dolore che senti come se fosse tuo, una scrittura che ha una forza prorompente e che esce dai margini, la famosa “smarginatura” di cui si parla spesso. Anche la crudeltà e le scene più cupe lasciano intravedere la bellezza del racconto dell’autrice, una scrittura viva e vera.
“In quale disordine vivevamo, quanti frammenti di noi schizzavano via come se vivere fosse esplodere in schegge” … Quanto è vero e quanto fa male! Quanti frammenti lasciamo durante la nostra vita? Quante schegge disordinate se ne vanno in giro? Quanto amore sprecato, quanta fatica, quanti sogni. Frammenti che, però, forse, non si perdono, in qualche modo restano dentro di noi, ma come una scheggia che fa male, eppure non vuoi togliere perché anche il dolore è un ricordo e ti fa capire di essere stata viva.
Lila con “la sua testa mossa come il mare quando la luna lo afferra tutto e se lo tira su”, Lenù con la sua voglia di riscatto ma con la paura di rimanere sempre un passo indietro, Nino così diverso eppure così uguale a Donato, Alfonso con il suo dolore che nessuno può veramente capire… E poi Dede, Elsa, Imma, Tina, Pietro, Enzo, i Solara, Stefano, il rione tutto… Come mi mancheranno, quante cose mi hanno insegnato!
La vita è proprio come le pagine che mi hanno accompagnata in queste settimane, non c’è un bianco e nero, ci sono le sfumature. La vita è un disegno senza margini che coloriamo mischiando acquerelli e tempere.
La bellezza e la durezza di ciò che ho letto mi accompagneranno a lungo perché ciò che hai amato non ti lascia mai davvero, nonostante gli anni e nonostante tutto. E allora ti accorgi che tutto ha un senso, anche il dolore, che niente ci abbandona e, soprattutto, l’amore, quello vero, non potrà mai perdersi, né consumarsi o scalfirsi. L’amore rimane, anche oltre noi stessi e si trasforma e muta per sopravvivere. Che lezione ho imparato leggendo questi romanzi e quante altre me ne attendono! Intanto ringrazio la vita perché ogni giorno è un dono, da ogni esperienza si può trarre un insegnamento e soprattutto perché ogni mano, anche se piccola, lascia un’impronta o una scheggia che, però, custodiremo sempre come un tesoro prezioso.
Alessandra D’Agostino
Sono una prof di Lettere appassionata e sorridente! Amo insegnare, leggere e scrivere recensioni, racconti e poesie che, spesso, hanno ricevuto pubblicazioni e premi letterari nazionali. Il mio motto è: "Se la fatica è tanta, il premio non sarà mediocre"... La vita mi ha insegnato che Giordano Bruno non si sbagliava!