I ricordi che salvano e uniscono nell’ultimo romanzo di Silvia Celani

Buon pomeriggio cari, stasera sento l’esigenza di raccontarvi di un romanzo che ho amato veramente tanto, un libro che ci insegna o ci ricorda una Storia importante, un passato che si intreccia con il presente e, proprio per questo, sa farsi futuro.

Buona lettura!

 

“Sono le nostre scelte, i piccoli gesti che decidiamo di compiere, e quelli invece ai quali rinunciamo, a costruire la strada che ci porterà verso il nostro futuro. Non siamo condannati all’infelicità, come non siamo predestinati alla felicità. L’unica cosa che possiamo fare è disfarci della prima, e provare in ogni modo a conquistare la seconda. Ma dipende da noi. Non da altri. Solo da noi.”

 

 

Giulia è una donna anziana, con un passato di cui non parla e un rito che, ogni anno, il 9 settembre, si ripete: un giro da fare a Roma, un tour sempre uguale da percorrere in compagnia di Flavia, che è più di una vicina di casa, è una nipote acquisita. La ragazza non conosce il perché di questo anniversario, ne comprende l’importanza ma non fa domande, fino a quando Giulia non vede una trottola ebraica raffigurata su di un cartellone. Entra nel negozio ed esige quell’oggetto, ma non è possibile: andrà all’asta e prima di un mese non sarà in Italia. Questa notizia la sconvolge a tal punto da voler rimanere da sola, da escludere per la prima volta Flavia dalla sua vita.

Un tuffo nel passato, una ricerca di sé stessi e due storie diverse da rincorrere.

Dopo “Ogni piccola cosa interrotta”, Silvia Celani torna in libreria con il suo secondo romanzo “Quello che si salva”, edito dalla Garzanti. Una storia che il lettore sente nell’anima, nella mente, tra le dita. Appena si gira l’ultima pagina, le emozioni hanno bisogno di trovare una strada e quella strada possono essere soltanto gli occhi. Perché è proprio davanti agli occhi che sembra di vedere l’amore tra Giulia e Leone, un legame forte come la vita che hanno vissuto, un amore che il dolore non è riuscito a cancellare, né a diminuire. Perché l’amore vero rimane, sopravvive, resta anche quando noi non lo vogliamo. L’amore vero ci trova anche quando noi ci nascondiamo e ci rende liberi anche quando a noi sembra di essere in catene. Perché “la speranza ha radici invisibili ma profonde. Penetra dentro di noi come l’acqua nella terra, e poi resta lì, a scorrere sotterranea ma viva”.

La guerra, la Resistenza, gli eventi dell’Italia tra il 1938 e il ‘45, i giorni nostri che si intrecciano con il passato, Flavia e Lorenzo che si danno una possibilità che diventa famiglia, una promessa che non potrà essere mantenuta e un’altra che, invece, non potrà essere dimenticata.

Silvia Celani, ancora una volta, ha scritto un romanzo meraviglioso, una storia che disarma e che rende liberi. Leggere questo libro fa bene all’anima, fa riflettere su ciò che è veramente importante, sui sogni che vanno inseguiti sempre, sulle occasioni che non vanno perse, sul tempo che spesso si dà per scontato mentre è un dono. Leggere queste pagine è importante, perché conoscere il passato è l’unico modo che abbiamo per indirizzare il futuro, per non commettere più gli stessi sbagli, per provare davvero ad essere felici.

Un libro dedicato alla memoria, al ricordo. Una scrittura matura e ricca nelle descrizioni. Un romanzo delicato, intenso e commovente che sa arrivare dritto al cuore.

Buona lettura a chi sa che “spingersi solo dove si tocca, in fondo è l’unico modo per non essere costretti a imparare a nuotare”. Buona lettura a chi è consapevole che “poi la vita mette tutto in discussione, scombina le carte, manda all’aria i piani”. E infine buona lettura a chi ha imparato a sue spese che “l’impotenza non è una condanna. L’impotenza è una scelta”.

 

 

ALESSANDRA D’AGOSTINO

Sono una prof di Lettere appassionata e sorridente! Amo insegnare, leggere e scrivere recensioni, racconti e poesie che, spesso, hanno ricevuto pubblicazioni e premi letterari nazionali. Il mio motto è: "Se la fatica è tanta, il premio non sarà mediocre"... La vita mi ha insegnato che Giordano Bruno non si sbagliava!

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