“Nulla può succedere se prima non accade dentro di te”
Tutti, prima o poi, pensano all’idea di mettere al mondo un figlio, soprattutto quando l’orologio biologico inizia a far sentire il suo ticchettio puntuale e battente. Ma cosa succede per una donna, alla soglia dei quarant’anni, che ha un grande desiderio di maternità e nessuna prospettiva immediata di realizzarlo? Gaia, dopo una storia lunga ben dodici anni, è stata lasciata da Luca e Bea, invece, passa da un uomo all’altro senza mai trovare quello giusto, anzi, iniziando a convincersi che, probabilmente, non esista. Le due sono legate da un profondo rapporto di amicizia e dalla stessa visione del futuro. E così, in un pomeriggio di lacrime condivise, decidono di smetterla di lasciarsi vivere, di prendere la loro esistenza in mano e di sottoporsi, insieme, alla procedura di procreazione assistita. Perché esistono tante forme d’amore e tanti modi di diventare mamma e, in fondo, la famiglia è soprattutto quella che ci costruiamo. Un atto di puro egoismo? Una straordinaria pazzia? Sono molti i dubbi, le domande e le paure alle quali Gaia e Bea dovranno trovare una risposta.
È questa la trama di “In due sarà più facile restare svegli”, meraviglioso romanzo d’esordio dell’attrice e conduttrice Giorgia Surina, edito da Giunti.
Con una penna delicata e attenta, l’autrice dà vita a una storia toccante, che ragiona su temi forti ed estremamente attuali come la maternità, l’identità familiare e la procreazione medicalmente assistita senza un partner maschile. Un argomento scottante che porta con sé pregiudizi, dolori ed emozioni forti ma anche la consapevolezza che “nessuno può valutare la felicità di qualcun altro”.
Le protagoniste di questo romanzo hanno capito che possono vivere senza un uomo, ma non senza un figlio e che affrontare questa esperienza insieme sarà più facile. La strada da percorrere sarà lunga e piena di difficoltà perché dovranno scontrarsi con i pregiudizi della gente, con i propri sensi di colpa e con la paura di non essere in grado di crescere un figlio da sole, senza un padre.
Gaia e Bea sono due personaggi ben strutturati e molto realistici. Perché se è vero che la donna si è emancipata, è diventata indipendente ed è libera di vivere la vita che vuole, è anche vero che, purtroppo, in Italia non le è concesso di avere un bambino se è single o non ha un partner maschile.
Bea e Gaia sono due donne arrivate alla consapevolezza che “ci sono momenti nell’esistenza in cui sembra di vivere chiusi in una scatola preconfezionata da cui vorremmo scappare ma nella quale, la maggior parte delle volte, finiamo per sopravvivere” e hanno deciso di costruire da sole la propria felicità perché “la vita sa sorprenderti soprattutto quando non te lo aspetti” e “a volte la scelta di provare a essere felici è l’unica scelta che hai”.
Gaia e Bea sono due amiche che decidono di salvarsi a vicenda e da sole al tempo stesso “perché se è vero che i momenti difficili capitano a tutti, è la nostra capacità di reagire a tali eventi che determina la strada da percorrere, rendendola più o meno semplice, più o meno dolorosa. Più o meno efficace”.
“In due sarà più facile restare svegli”, è, dunque, un romanzo scorrevole che alterna capitoli da leggere tutto d’un fiato, a capitoli con un ritmo più lento perché ricchi di introspezione.
Buona lettura a chi sa che “ci sono dei momenti in cui ricominciare da capo è l’unico modo per poter andare avanti”. Buona lettura a chi non si vergogna delle proprie lacrime perché non sono segno di debolezza ma “linguaggio silenzioso del dolore”. E infine buona lettura a chi “ha imparato ad accettare le porte che si chiudono, a brindare alle strade sbagliate, ad accogliere, nonostante il dolore, le storie che finiscono. Perché forse è proprio lì, nella fine delle cose, che ti aspettano i nuovi inizi e solo una volta che arrivi alla fine tutto può ricominciare”.
ALESSANDRA D’AGOSTINO
Sono una prof di Lettere appassionata e sorridente! Amo insegnare, leggere e scrivere recensioni, racconti e poesie che, spesso, hanno ricevuto pubblicazioni e premi letterari nazionali. Il mio motto è: "Se la fatica è tanta, il premio non sarà mediocre"... La vita mi ha insegnato che Giordano Bruno non si sbagliava!