Un pezzo di strada, una lingua di asfalto, altre di sabbia e terra, di fango e polvere. È qui che si snoda il mio cammino svelto, fatto di pause, passi più lunghi, visioni e sensazioni che si coniugano l’una con l’altra, fondendosi in una realtà che supera di poco i confini della percezione.
Un metro più in qua è come un salto nel tempo; è come buttarsi alle spalle almeno vent’anni di vita. Un passo indietro e l’orizzonte si oscura, di nuovo. È qui che l’abitudine diventa novità, una continua sorpresa, un passo dopo l’altro impari a sentire e a sentirti diverso, vuoto ma più ricco, esente da colpe e leggero più di un pensiero notturno.
Non so quanti chilometri siano, né quanto tempo ci vuole a percorrerla tutta: qui il tempo è come una foto sbiadita, lacerata da colpi affilati e precisi. I colori hanno sfumature nuove, antiche e più vivide. Gli odori danzano con il sole, con le foglie che si abbandonano al vento che soffia leggero e sapiente.
C’è un ramo d’ulivo che sporge, invocando anche lui un po’ di attenzione. Un po’ come quella foglia laggiù o quel gatto che di scatto si gira, mi saluta e va via. Come ritrovarsi fra simili, capirsi al primo battito di occhi. Un equilibrio costante, sospeso a metà tra visione e immaginazione, un gioco che cambia le sue regole dopo una curva e poi un’altra.
Non esistono voci eccetto il frastuono della testa che sbatte contro convinzioni e sentimenti, un muro invalicabile scalfito da una solitudine amica, compagna fedele di viaggi e sventure. Tra una goccia di sudore e una di rugiada, si compie il percorso.
I colori si spengono ma puntini gialli nel cielo si svegliano e in silenzio anche loro contano il tempo che scivola via fino al buio totale, fecondo di sogni e speranze.
Sono i ricordi e gli amori che non ho mai avuto, le risate e le bugie, gli schiaffi presi e quelli non dati, ma anche i sorrisi e gli sguardi rivolti nel vuoto delle anime che mi circondano e spesso ne scrivo anche. Giornalista di professione, utilizzo i miei occhi e i miei sensi per trovare un filo che unisce le migliaia di distrazioni che mi circondano e che mi confondono.