Ti ho sognata, forse eri tu.

Di corsa recupero le pagine di questo presente che mi sfugge,
raccolgo i frammenti di un’esistenza appesa ad un sospiro, a quell’attimo ancora nascosto,
tra i binari di una stazione e i passanti che scrutano il vuoto dei miei pensieri.

Mi sono perso più tardi, tra una foglia arancione e i segni del suo volto che non conosco,
bruciando una sigaretta, affogando in un bicchiere.

Ho steso alla luce dei lampioni un fragile verbo, disciolto sotto un cielo notturno di pioggia.

Occhi azzurri, occhi marroni, un filo d’argento tra i capelli biondi. Non m’importa di domani.

Ti ho sognata, forse solo immaginato, ma eri tu anche quando ho scordato il tuo nome.

Sono i ricordi e gli amori che non ho mai avuto, le risate e le bugie, gli schiaffi presi e quelli non dati, ma anche i sorrisi e gli sguardi rivolti nel vuoto delle anime che mi circondano e spesso ne scrivo anche. Giornalista di professione, utilizzo i miei occhi e i miei sensi per trovare un filo che unisce le migliaia di distrazioni che mi circondano e che mi confondono.

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