In una stanza polverosa
riscrivevo un antico sonetto
mentre mille pensieri
mi percuotevano
veloci il petto,
prima che un tuono roboante
scuotesse l’aria devastante.
Mi alzai all’improvviso
e vidi due cani sul mio viso:
«Chi vi ha fatti entrare?
Lasciate in pace
un povero abbacinato
dalla passione per una donna
più bella della madonna.
I due mastini infernali,
con un terribile latrato:
«Tu ancor devi soffrire,
ancor devi patire,
nell’eterno divenire».
Allora io infervorato
risposi adirato:
«Cani immondi,
fatevi riscacciare,
qui tira una cattiva aria,
andate via nell’aia».
Ma loro, senza aver udito,
reagirono con un grugnito:
<<Noi sempre qui saremo,
mai ci allontaneremo,
perché figli tuoi,
ti possederemo>>
Al ché ebbe inizio
un’oscura notte,
una lurida notte,
che mai il mio petto
abbandonerà…