Le tue labbra
braci sulla mia cenere
si muovono
come per divorare
la disperazione
che mi trascina.
E io ti scruto
con occhio assuefatto
a tale uso;
che mi travolge,
che mi sconvolge,
che mi rovina,
tra lacrime argentee
colorate,
come di neve
ornamentate.
Il poeta non è altro che un canale, un medium per l'infinito, che si annulla per fare posto a forze che gli sono immensamente superiori e, per certi versi, persino estranee. D'altra parte chi sono io di fronte al tutto, ma al contempo, cosa sarebbe il tutto senza di me?