Illuminato da un chiarore nero,
erravo tra strade trasudanti desolazione,
e intanto che in lontananza
un’oscura campana
rintoccava la sua triste melodia,
il fumo della nebbia mi offuscava il viso
disegnandomi uno spaventevole sorriso…
Lei era con me,
che si perdeva nelle notti con me
nella giungla della città,
dove ogni palazzo
vibrava di antiche realtà…
Ma poi all’improvviso
lei non c’era più,
e non sapeva più niente di me,
e la mia triste ombra
piangeva per me,
mentre rivedevo gli amici di una volta
che non mi riconoscevano più,
sognando un bambino
perso in un oceano di blu…
Il poeta non è altro che un canale, un medium per l'infinito, che si annulla per fare posto a forze che gli sono immensamente superiori e, per certi versi, persino estranee. D'altra parte chi sono io di fronte al tutto, ma al contempo, cosa sarebbe il tutto senza di me?