“Spingi e respira” è il quinto e penultimo appuntamento di Ricrii13 – ricreareilsensopresente in scena sabato 12 marzo alle ore 21.00 presso Teatro Umberto Via San Domenico, Lamezia Terme Nicastro. La rassegna di teatro contemporaneo di Scenari Visibili, quest’anno giunge alla tredicesima edizione con uno spirito nuovo e forse più avvincente. Finora, infatti, la rassegna ha registrato un buon numero di pubblico, formato da più target e proveniente da più parti della regione.
Spingi e Respira è una produzione calabrese, la terza inserita nella locandina di Ricrii, della Compagnia Spazio Teatro di Reggio Calabria. Scritto e interpretato da Lorenzo Praticò, progetto grafico e scenografico di Giuseppe Praticò e Marcella Praticò, montaggio video Lucio Lepri, illustrazioni del “Racconto di Sara” a cura di Fabrizio De Masi, regia di Lorenzo Praticò e Gaetano Tramontana. Spingi e respira ha sullo sfondo un tema sportivo, il ciclismo,e gode del patrocinio della Federazione Ciclistica Italiana. Sullo sfondo la storia di Fiorenzo Magni, il corridore che, nonostante una caduta ed una spalla quasi rotta, riuscì a portare a compimento la sua corsa.
“Spingi e respira nasce dall’ incontro con un quadro di Francis Bacon che raffigura un ciclista. Non so cosa sia successo davanti a quel dipinto ma è stato come se all’improvviso io quel ciclista lo stessi sentendo respirare. E gli sono corso dietro…
Nasce dal rapporto tra me e mio padre, che non è un ciclista ma pittore e scultore invece sì; e soprattutto è un padre… Nasce dalla ricerca di parole e di gesti che si adattino meglio alla vita e ai suoi tempi. E come nella migliore delle tradizioni nasce da un amore non corrisposto.
Poi dentro sono apparsi come evocati nuovi personaggi: Sara, scomparsa prematuramente, sorella della madre e primo amore del padre; la mamma, premurosa e discreta; il Campione, bello e antipatico; Fiorenzo Magni, il Terzo Uomo del ciclismo italiano, scomparso a pochi giorni dal nostro debutto…”
Spingi e respira è un racconto teatrale ambientato nel mondo del ciclismo, dove lo sport, come spesso accade, diventa metafora della fatica, dei successi e delle sconfitte di un’intera esistenza. Nel testo di Praticò la bici è anche strumento di riconciliazione generazionale fra un figlio e un padre visto dapprima come mito, poi incapace di comprendere le scelte del figlio, infine come approdo sicuro dopo tanto girovagare.
E in effetti il ciclismo non è uno sport come gli altri, il suo portato metaforico è di gran lunga più intenso di altre discipline: l’intuito nelle fughe, la paura e l’adrenalina delle discese, la solitudine di alcune salite, l’equilibrio fra squadra e individualismo, tutto questo calza come un guanto al racconto di una vita. Solo in scena, simulando una pedalata che realmente provoca fatica e sudore, Lorenzo Praticò dà vita per un’ora ad una lunga soggettiva nel corso della quale il protagonista vede passare davanti ai propri occhi una vita punteggiata di salite e discese, cadute e rialzate, incontri e affetti.
E poi c’è il confronto fra ieri e oggi, fra la generazione del dopoguerra rappresentata da Fiorenzo Magni – che con la spalla rotta continua a pedalare stringendo la camera d’aria fra i denti – e il veleno del doping che ha distrutto buona parte della meglio gioventù ciclistica. E c’è la lingua, l’alternare italiano e dialetto calabrese (della zona del reggino) come scelta linguistica definitiva: “Sono convinto, oggi come ieri, della bellezza e dell’incisività teatrale del dialetto reggino e ho sentito la necessità attoriale e drammaturgica di farlo risuonare vivo e attivo nel rapporto tra il ciclista e i suoi genitori e soprattutto negli insegnamenti e nella memoria del padre.” Una lingua della memoria, quindi, dei rapporti intimi e ancestrali, che emerge in tutta la sua sonorità inaspettatamente dolce in grossi blocchi di narrazione: gli insegnamenti del padre, lo scontro padre-figlio sul doping e l’etica sportiva, la storia di Sara raccontata dalla madre.
Per tale occasione Scenari Visibili dedica lo spettacolo agli 8 ciclisti lametini scomparsi tragicamente nel dicembre 2010 a Lamezia Terme.
(per info e prenotazioni mandare mail a: info@scenarivisibili.it o messaggio sui social network di Scenari Visibili)
Valeria D'Agostino è giornalista pubblicista, curiosa del bello, amante della natura e della poesia. Ha contribuito a realizzare il Tip Teatro di Lamezia Terme, già ufficio stampa di Scenari Visibili, blogger sin dagli esordi di Manifest Blog. Ha lavorato per Il Lametino, attualmente corrispondente esterna della Gazzetta del Sud. Nell'ambito della scrittura giornalistica ha prediletto un interesse particolare per le tematiche sociali, quali in primis la sanità e l'ambiente, culturali, e artistiche. Si divide fra Lamezia Terme e Longobardi, costa tirrenica cosentina dove si occupa di turismo e agricoltura biologica. "Un buon modo per dare concretezza al concetto di fuga".