LAMEZIA TERME – Quando le emozioni sono tante e non le puoi fermare allora scrivi, e neanche basta per descriverle. Tanto sono belle certe emozioni, a volte, che le ritrovi dappertutto. Nelle immagini che girano nella mente, tra sorrisi, nella pelle, tra brividi, nel tocco di applausi, tra la gente, nel pubblico caloroso che ancora una volta ha riempito il nostro Teatro Umberto. Il nostro teatro che ieri grazie a Tindaro Granata s’è riempito di una luce immensa, una luce diversa dal solito, nuova, che ci ha illuminato gli occhi e il cuore e ci ha fatti tornare a casa con un pensiero, una riflessione, ancora una volta con la voglia di continuare a vivere sognando.
Qui, a Lamezia Terme, ieri sera è andato in scena uno dei più bei spettacoli teatrali visti negli ultimi 2 anni. Grazie a Scenari Visibili e a Ri-Crii rassegna teatrale che da 13 anni non si ferma e che anzi, in maniera del tutto autogestita quest’anno trova la forza giusta per progredire, per riconoscersi, affermarsi. Le Antropolaroid di” Tindaro Granata di Tindari”, come una frase qualunque che portò fortuna all’attore 22enne di fronte un Massimo Ranieri che ravvisò un po’ se stesso durante un provino a Roma, sono un insieme di tracce antropologiche che ruotano intorno alla sua famiglia – nostra famiglia del Sud – intorno ad una sicilia arcaica, gemellata mediante vena greca alla Calabria. Le Antropolaroid di Tindaro sono i “cunti” delle nonne da cui per vivere e per crescere non si può prescindere. Perché infondo è così: Senza passato non siamo niente e non possiamo diventare niente. Così l’attore Tindaro Granata indossa, nell’interpretare i suoi 12 personaggi, l’abbigliamento del Tindaro Granata cameriere, come quella notte che a piangere non ce la faceva proprio più, mentre serviva ai tavoli ai suoi ex colleghi di teatro. Un susseguirsi di storie formano l’esperienza artistica di questo ragazzo dal sorriso dolce e sempre gentile, storie di “fortuna e sofferenza” come gli diceva la bisnonna, una frase che lui ripete ogni volta, che non scorda mai, come le sue radici, che lo hanno portato ad essere oggi un attore di fama nazionale – arriva oggi alla 180esima replica – ma nel contempo un uomo migliore, un uomo di grande valore.
“Tindaro Granata” nome e cognome che appena senti ti lascia subito qualcosa dentro. Un timbro particolare, che ti fa pensare. A cosa non lo so di preciso, ma comunque ti fa pensare. E ti fa “Cercare”. Conclude così dopo un lungo applauso a fine spettacolo, Tindaro, emozionando tutto il pubblico che poi in fila si prepara dietro ai camerini per abbracciarlo. “Cercare” è l’augurio che vuole fare a tutti i presenti.
Tindaro Granata è quel nome che dopo averlo sentito ti fa muovere la mano per cliccare su internet e per “cercare”. E così è stato per me. Un click dopo click, che poi in tanti non lo sanno, un click dopo click e la curiosità aumenta. Click dopo click e si instaurano rapporti magici, serate come ieri che non ti aspettavi minimamente di realizzare, emozioni regalate a centinaia di persone, che sono andate via felici, persone che da ieri parlano e scrivono di bellezza. E così è stato per me. Tindaro Granata è stato bellezza.
Non sapevo ancora nulla di lui, dopo tutto io non sono ne un’attrice, ne un’addetta alla distribuzione di spettacoli, non avevo ancora avuto modo di leggere nulla. Un solo video, l’esito del laboratorio a Primavera dei Teatri. Un gran numero di ragazze e ragazzi che si abbracciavano, sorridevano, che si volevano già bene.
E così è stato per me. Un colpo improvviso di benessere. E click dopo click, Tindaro ieri l’ho abbracciato. Un abbraccio. Un solo lungo abbraccio a restituirmi ciò che non sentivo da tempo e che “cercavo” e desideravo. Grazie amico, per avermi ricordato ancora una volta quanto bella sia la vita quando non smettiamo di sorprenderci e di credere in ciò che facciamo, nel perché lo facciamo. Grazie per avermi ricordato quanto sia bello sorprendersi a voler bene una persona conosciuta da poche ore, ché l’amore non ha tempo, non ha spazio, ed è immenso.
Tindaro Granata è un maestro che ringrazia il proprio maestro. È un maestro che dice grazie. Un maestro che non finiremo mai di ringraziare.
Valeria D’Agostino
Valeria D'Agostino è giornalista pubblicista, curiosa del bello, amante della natura e della poesia. Ha contribuito a realizzare il Tip Teatro di Lamezia Terme, già ufficio stampa di Scenari Visibili, blogger sin dagli esordi di Manifest Blog. Ha lavorato per Il Lametino, attualmente corrispondente esterna della Gazzetta del Sud. Nell'ambito della scrittura giornalistica ha prediletto un interesse particolare per le tematiche sociali, quali in primis la sanità e l'ambiente, culturali, e artistiche. Si divide fra Lamezia Terme e Longobardi, costa tirrenica cosentina dove si occupa di turismo e agricoltura biologica. "Un buon modo per dare concretezza al concetto di fuga".