È ancora novembre.
Ti cerco nella umidità di un pomeriggio piovoso di domenica, e non ti trovo.
Mi arrabbio col tempo che passa: perché non ti trovo?
Le parole, tutte attorno, tutte uguali, mi iniziano a stancare…
Pare che il tempo si sia dimenticato pure di me, che io stessa non sia mai esistita.
Nei dettagli quotidiani, nelle voci degli estranei, nel silenzio delle telefonate, nel freddo gelido di novembre, nei miei mal di testa non seguiti dalle tue domande, ti cerco.
Lo faccio con passione, cercando di tenere fede al tuo credo: volermi bene.
Fuori è già buio e penso alle prossime luci di Natale, al pietismo soffocante, all’ipocrisia dilagante, a quanto mancherai questo inverno.
Ieri ho riaperto la moleskine rossa, mi sembrava più comoda nella sua miniatura, ed è stato un tuffo al cuore nel dolore immenso.
Non sono ancora pronta, non lo sono mai stata.
Vivi, mamma.
Vivi ancora, con me, non te ne sei mai andata veramente.
Mi guardi?
Spero tu sorrida, ti abbraccio forte forte, che la tua schiena è ancora la mia.
Valeria D'Agostino è giornalista pubblicista, curiosa del bello, amante della natura e della poesia. Ha contribuito a realizzare il Tip Teatro di Lamezia Terme, già ufficio stampa di Scenari Visibili, blogger sin dagli esordi di Manifest Blog. Ha lavorato per Il Lametino, attualmente corrispondente esterna della Gazzetta del Sud. Nell'ambito della scrittura giornalistica ha prediletto un interesse particolare per le tematiche sociali, quali in primis la sanità e l'ambiente, culturali, e artistiche. Si divide fra Lamezia Terme e Longobardi, costa tirrenica cosentina dove si occupa di turismo e agricoltura biologica. "Un buon modo per dare concretezza al concetto di fuga".