Sempre in agosto continuano ad essere sfogliate le immagini di una Calabria patinata e dalle acque cristalline di certe zone turistiche. Ma a cosa serve, mi chiedo, esaltare questo tipo di bellezza estetica? A cosa serve questa fotografia che si ripete fino alla nausea di anno in anno, e soprattutto a chi, se quelle stesse coste, quei luoghi, tanto citati su social e riviste dai like virali, qualche mese dopo vengono totalmente dimenticati? Abbandonati? Di quale interesse stiamo parlando? Non è forse una bellezza puttana quella degli slogan o dei video in cui figurano a nozze giovani spose adagiate sulle rive degli dei?
Se pure d’estate con un cambiamento climatico dei più estremi e folli la Calabria vive situazioni drammatiche legate a cementificazione ballerina o alla natura che sembri affermare “esisto, guardatemi, abbiate cura, siate vigili, non sono ferma, mi muovo anch’io cosa credete? Non sono un oggetto, o un parco divertimento per le vostre frustrazioni”. È chiaro che qualcosa sta cambiando, quasi ad urlare a un richiamo netto di coscienza dell’uomo, dunque da qui l’inutilità di una bellezza patinata e fine a se stessa, la quale sembra prendere in giro.
È necessario far capire ai pochi turisti, o calabresi emigrati all’estero che rientrano per le vacanze in Calabria, ch’è bene stare in ascolto e che tutto qui, come altrove, necessita di una empatia con l’anima dei luoghi, che certe leggende non serve solo leggerle, ma praticarle con un po’ di fantasia, per reinventare il cammino presente. Sarebbe molto più efficace della fantasia artificiale con cui a basso costo adoperiamo certo marketing pseudo culturale. A quelli che arrivano in Calabria occorre dire come stanno le cose. E forse a noi calabresi che accogliamo toccherebbe inventare nuove forme di turismo, smettere di strumentalizzare una regione con la favola del mare trasparente o dei fondali di Capo Vaticano spettacolari.
Eppure il Presidente della Regione Oliverio n’è convinto: occorre investire sulle bellezze della Calabria, qui con questo mare e con questo cielo non ci manca niente!
Cosa fare?
Valeria D'Agostino è giornalista pubblicista, curiosa del bello, amante della natura e della poesia. Ha contribuito a realizzare il Tip Teatro di Lamezia Terme, già ufficio stampa di Scenari Visibili, blogger sin dagli esordi di Manifest Blog. Ha lavorato per Il Lametino, attualmente corrispondente esterna della Gazzetta del Sud. Nell'ambito della scrittura giornalistica ha prediletto un interesse particolare per le tematiche sociali, quali in primis la sanità e l'ambiente, culturali, e artistiche. Si divide fra Lamezia Terme e Longobardi, costa tirrenica cosentina dove si occupa di turismo e agricoltura biologica. "Un buon modo per dare concretezza al concetto di fuga".