Quando punti il dito all’altro ma l’altro sei tu

 

A quel dolore che ognuno ha dentro di sé, che non sa parlare, non sa raccontare, e non è accolto, ascoltato, assorbito appieno da nessuno.

Quando si presenta tutti scappano via, resti da sola con lui e ti riconosci più donna, più grande, e più aperta nel donare al mondo, allo stesso mondo che ti volta le spalle, un amore nuovo.

Quando capirai che l’altro sei tu, quello che punta sempre il dito fuori, sarà troppo tardi. Perché nel mentre della tua disattenzione avrai perso qualcosa. L’altro, quello che guardi con indifferenza o che giudichi negativamente, sei tu.

Davanti al dolore non ci sono lezioni: se proprio gli si vuole restituire dignità allora è bene viverlo in libertà, secondo una moltitudine di emozioni differenti.

Accoglierlo, non schiacciarlo.

 

Giornalista pubblicista

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